Le due lettere scritte e inviate da Michele Misseri alla vigilia di Natale alle figlie Sabrina e Valentina, nelle quali scagiona la secondogenita dall’accusa di aver ucciso la cugina Sarah Scazzi, non stanno certo turbando i sonni della Procura della Repubblica di Taranto, sul cui tavolo sono finite da ieri quelle missive.
Lo si intuisce dal commento del procuratore, Franco Sebastio. “Il nostro punto di riferimento – ha detto – restano le dichiarazioni di Michele Misseri nell’incidente probatorio del 19 novembre. Nel frattempo stiamo raccogliendo una montagna di materiale che valuteremo con massima attenzione”.
Il 19 novembre Michele Misseri ribadì in modo chiaro la colpevolezza della figlia nell’uccisione di Sarah. “Nell’incidente probatorio – ha ricordato Sebastio – Michele Misseri è stato interrogato per dieci ore dal gip, dai pm, dai difensori dello stesso indagato e di Sabrina. Quello che è emerso lo sapete”.
Oggi si è intanto appreso che una seconda lettera, dopo quella inviata alla vigilia di Natale, è stata scritta la settimana scorsa da Michele Misseri a Sabrina, rinchiusa nel suo stesso carcere. Nella missiva, a quanto si è appreso da fonti vicine alla difesa della giovane, zio Michele ribadisce di averla accusata ingiustamente di aver ucciso Sarah perche’ ricattato. Anche questa lettera e’ stata consegnata all’ufficio del pubblico ministero per le opportune valutazioni.
In quella montagna di materiale citata dal procuratore ora ci sono anche le lettere che saranno valutate “con la massima attenzione”, ha aggiunto Sebastio, non escludendo la possibilità che la Procura decida di interrogare nuovamente zio Michele. Su quelle lettere i magistrati inquirenti più di qualche dubbio lo nutrono. Certo non sull’autenticità, confermata ieri dallo stesso Michele nell’interrogatorio a cui é stato sottoposto dal collegio difensivo di Sabrina, quanto ad esempio su quella parte in cui l’agricoltore di Avetrana scrive “…mi hanno detto che se non faccio quella confessione dovevano arrestare la mamma e zio Carmelo…”, che avrebbe indotto Michele ad accusare invece la figlia.
Sulle due lettere, invece, il collegio difensivo di Sabrina sta pensando di costruire un altro tentativo per far scarcerare la cugina di Sarah. Ieri l’avv.Franco Coppi si era detto comunque soddisfatto dell’esito dell’interrogatorio in carcere di Michele Misseri. Oggi un altro componente del collegio difensivo, Vito Russo, ha riferito che si sta pensando di chiedere al gip del Tribunale di Taranto un incidente probatorio proprio su quelle lettere, evidentemente per dare alle stesse valenza processuale così come accaduto per le dichiarazioni rese da zio Michele il 19 novembre. E a proposito di strategia difensiva, Coppi ha voluto smentire che proprio tra lui e Russo ci siano diversità di vedute.
“Nessun contrasto è intervenuto in carcere tra me ed un collega della difesa – ha fatto sapere con una nota – relativamente alla sua partecipazione all’atto che è stato compiuto ieri mattina presso il carcere di Taranto. La notizia é totalmente destituita da un qualsiasi fondamento”. Scelte collegiali, dunque, mentre secondo quanto pubblicato da alcuni organi di informazione ieri Coppi avrebbe minacciato di lasciare il caso e redarguito Russo, al quale era stato impedito l’accesso alla stanza in cui è stato interrogato Michele Misseri. Collegio difensivo di Sabrina che si prepara all’udienza di martedì 18 gennaio dinanzi al Tribunale dell’appello per far annullare l’ordinanza con la quale il 22 dicembre il gip Martino Rosati ha ribadito che Sabrina Misseri, allo stato degli atti, deve restare in carcere.
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