Siria, Assad: “Noi vittime di un complotto”. E salta l’abrogazione dello stato d’emergenza

Pubblicato il 30 Marzo 2011 - 14:52 OLTRE 6 MESI FA

Bashar al Assad

BEIRUT – “Siamo stati vittime di un grande complotto non solo esterno ma anche interno, ma non tutti coloro che sono scesi nelle strade ne sono parte. “I nostri nemici lavorano in modo continuano per colpire la Siria”:”: lo ha detto oggi, 30 marzo,  il presidente Basher Assad nel suo attesao intervento in Parlamento, sottolineando che la Siria non è isolata a livello interarabo.

“E’ un momento eccezionalmente difficile, ma ce la faremo, mi dispiace per le vittime”, ha aggiunto Assad. “La regione di Daraa è nel cuore di tutti i siriani, la gente non ha alcune responsabilità per quello che è successo”, ha detto il presidente, sottolineando che i video amatoriali degli scontri “sono tutti falsi”.

“Le Tv panarabe, messaggi via sms, da settimane fomentano la sedizione”, ha aggiunto. “Una minoranza fomenta il caos usando lo slogan delle riforme. A Daraa “ho dato chiare disposizioni per non ferire alcun cittadino”.

Senza annunciare l’attesa abrogazione della legge d’emergenza, in vigore da 48 anni, il presidente siriano ha confermato le annunciate riforme: “Il parlamento e il nuovo governo siriano si incaricheranno di attuare le riforme annunciate. Le riforme non sono un processo estemporaneo e improvviso, e un Paese che non si riforma è un Paese che si distrugge.  Ci accusano di promettere riforme ma non realizzarle, ma siamo stati costretti a cambiare la priorità delle nostre scelte a causa delle ripetute crisi regionali e a causa di quattro anni di siccità. La stabilità della Siria è diventata la priorità della nostra agenda. Stiamo studiando un piano anti-corruzione, mentre un’ora fa abbiamo aumentato gli stipendi dei dipendenti pubblici, ed è già pronta una bozza sui partiti”.

“Lo Stato deve rispondere e ascoltare i diritti dei cittadini e essere felice che i cittadini stessi esprimano la necessità del rispetto dei propri diritti. Ma se ci sarà imposto di scendere in battaglia, la battaglia sarà la benvenuta”.

Ieri, 29 marzo, il rais aveva accettato le dimissioni del governo, come primo atto concreto di timido cambiamento dopo due settimane di proteste senza precedenti contro il regime al potere da quasi mezzo secolo.

La condanna americana. Il Dipartimento di Stato americano ha detto oggi che il discorso di Bashar Al Assad è insufficiente all’esaudimento delle riforme chieste dal popolo siriano.

Il portavoce  Mark Toner ha detto che il discorso di Assad ”non è stato all’altezza” delle attese del popolo siriano. ”E’ chiaro che il discorso di Assad non aveva sufficiente sostanza”, ha detto il portavoce americano. ”Condanniamo profondamente tutte le violenze contro i manifestanti”, ha detto il portavoce.

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