Siria, l’inviato Onu Annan: “Bisogna agire ora”. A Damasco nuovi scontri

Pubblicato il 22 Giugno 2012 - 16:29 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – ”Bisogna agire ora. Quello in Siria non può essere un processo senza fine”: è l’appello che l’inviato speciale dell’Onu in Siria, Kofi Annan, lancia alla comunità internazionale. ”Più tempo aspettiamo – ha aggiunto – più il futuro della Siria sarà nero”.

Annan ha accusato ”alcuni governi” di mettere “in pericolo il processo di pace in Siria, rischiando di scatenare una lotta distruttiva nel Paese”. Per l’inviato Onu l’Iran deve far parte di quel gruppo di Paesi chiamati a lavorare per una soluzione della crisi in Siria.

”Il mio desiderio personale – ha spiegato Annan – è di fare appello a tutti i combattenti affinché depongano le armi per il bene del popolo”. L’inviato speciale ha quindi ribadito come la situazione umanitaria continui a deteriorarsi ogni giorno. ”Ora sono 1,5 milioni i siriani che necessitano di assistenza”, ha spiegato, sottolineando come servano 180 milioni di dollari da inviare nel Paese, mentre sinora ne sono stati raccolti solo 42,7 milioni.

Annan ha spiegato anche di aver contattato direttamente il governo di Damasco per chiedere che la popolazione civile intrappolata ad Homs abbia la possibilità di essere rilasciata.

L’inviato ha anche annunciato una conferenza internazionale sulla Siria a fine giugno. ”E’ necessario il sostegno di tutta la comunita’ internazionale per risolvere la situazione in Siria, e per questo sono stato in questi giorni in diverse capitali del mondo per parlare dei prossimi passi per l’attuazione del piano di pace”. ”Stiamo discutendo per organizzare una conferenza in Svizzera alla fine del mese di giugno”.

Gli scontri. Intanto in serata ci sono stati scontri a Qudsaya, sobborgo 10 km a nordovest Damasco: i ribelli hanno attaccato un quartiere del municipio. Gli scontri si sono protratti per ore, diverse le vittime. Secondo le fonti sentite dall’agenzia Ansa “è stato un inferno”.

Il bilancio è di “diverse vittime”, secondo alcune fonti ci sono “almeno nove morti tra i sostenitori del governo”. “Sembrava la fine del mondo”, racconta un’altra fonte. Il sobborgo della capitale, aveva riferito ieri il ‘prefetto’ del Municipio, aveva fatto registrare una escalation di violenza negli ultimi giorni, con almeno 5 morti, tra i quali due bambini freddati a sangue freddo.

Venerdì mattina, dopo il tiro incrociato di razzi rpg e colpi di artiglieria, sono scoppiati scontri violentissimi nelle strade, a “colpi di arma leggera”, terminati intorno alle 17, quando “le forze di sicurezza sono riuscite a ripristinare l’ordine”.