Siria. Obama non molla e presenta una nuova risoluzione sui massacri

Pubblicato il 6 Marzo 2012 - 14:14| Aggiornato il 7 Marzo 2012 OLTRE 6 MESI FA

I delegati di Regno Unito e Stati Uniti al Consiglio di Sicurezza dell'Onu

NEW YORK, STATI UNITI – L’amministrazione del presidente Barack Obama non molla e continua a cercare una qualche sorta di soluzione ai massacri in corso nella Siria del sanguinario dittatore Bashar al-Assad.

”Il governo siriano deve proteggere il suo popolo, rilasciare tutte le persone arbitrariamente detenute, ritirare tutte le forze militari dalle citta’ affinche’ tornino nelle caserme, e i membri armati delle forze di opposizione sono invitati ad astenersi da ogni violenza”: lo chiede una nuova bozza di risoluzione sulla crisi siriana che, elaborata dagli Stati Uniti, attualmente circola al Palazzo di Vetro.

Il documento deplora il rapido deterioramento della situazione umanitaria nel Paese, in modo particolare il crescente numero di civili coinvolti, la mancanza di accesso sicuro ai servizi sanitari e la mancanza di cibo, soprattutto nelle zone colpite dai bombardamenti. Nel testo si condannano inoltre le gravi e sistematiche violazioni dei diritti umani e delle liberta’ fondamentali da parte delle autorita’ di Damasco.

“Le autorita’ devono consentire immediatamente il libero ingresso degli operatori umanitari”, recita ancora la bozza, nella quale si appoggia pienamente il ruolo delle Nazioni Unite, della Lega Araba, e dell’inviato speciale Kofi Annan per facilitare il processo di transizione politica verso un regime democratico. E in tal modo devono far si’ che inizi un serio dialogo politico tra il governo siriano e le forze di opposizione.

“I Quindici dovranno riesaminare la situazione entro 14 giorni – si legge infine – E in caso di inosservanza della presente risoluzione, prendere in considerazione rapidamente ulteriori misure”. Secondo fonti diplomatiche, il testo, che non e’ ancora sul tavolo dei Quindici, e’ attualmente oggetto di discussione tra le capitali e le rappresentanze dei Paesi membri al Palazzo di Vetro, e punta a superare la paralisi che affligge da mesi l’organo Onu dopo il doppio veto di Russia e Cina alla precedente risoluzione. Veto che potrebbe ripetersi, rilevano gli analisti, anche nei confronti di quella nuova.