Usa. Il finanziere progressista Soros non vuole più sovvenzionare Obama

Pubblicato il 18 Novembre 2010 - 14:13 OLTRE 6 MESI FA

George Soros

Il finanziere George Soros, tradizionale sostenitore e finanziatore di cause progressiste, in una riunione privata a Washington ha espresso dure critiche nei confronti dell’amministrazione del presidente Barack Obama, arrivando a consigliare ai donatori democratici di indirizzare i loro aiuti non al presidente ma ad altri esponenti del partito, a quanto riferisce The Huffington Post.

Soros ha parlato ad una ristretta  riunione di donatori che si sono trovati nella capitale in occasione della riunione annuale dell’Alleanza Democratica, una comunità di facoltosi donatori e attivisti democratici.

Secondo varie fonti riportate da The Huffington Post a conoscenza di quanto detto da Soros, egli ha detto alla riunione che ”è abituato a combattere battaglie perdenti” ma che ”non vuole perdere senza combattere”.

”Abbiamo appena perso le elezioni di medio termine – ha proseguito Soros secondo fonti democratiche – e se questo presidente non sa fare quello di cui abbiamo bisogno, è giunto il momento di guardare altrove”.

Michael Vachon, uno stretto consigliere del finanziere, ha precisato che non c’e’ un testo scritto delle dichiarazioni di Soros e che questi non ha inteso lanciare una sfida al presidente.

”Il signor Soros sostiene pienamente il presidente quale leader del partito deomocratico”, ha affermato Vachon, ”e non ha suggerito l’idea di trovare un altro candidato per le presidenziali del 2012. Le sue opinioni, espresse in conversazioni private, sono intese a sollecitare i progressisti ad essere più energici nel portare avanti i loro programmi”.

L’insoddisfazione con l’amministrazione Obanma non è stata espressa solo da Soros, scrive The Huffington Post. Il vice-capo di gabinetto della Casa Bianca, Jim Messina, è stato severamente interrogato durante la riunione dell’Alleanza Democratica. In particolare gli è stato ripetutamente chiesto perchè l’amministrazione esita ad essere più combattiva con i repubblicani.