Stephen Bannon arrestato per frode: “Finanziamenti privati per muro Messico spesi per sé”
Pubblicato il 20 Agosto 2020 - 19:15 OLTRE 6 MESI FA

Stephen Bannon arrestato per frode (foto Ansa)
Stephen Bannon, l’ex controverso stratega di Donald Trump, è accusato di frode dalle autorità di New York ed è stato arrestato.
Stephen Bannon è stato arrestato con l’accusa di frode. Con lui, agli arresti sono finite altre tre persone.
Le autorità di New York denunciano: “Hanno frodato centinaia di migliaia di finanziatori capitalizzando sul loro interesse a finanziare la costruzione del muro al confine (con il Messico, ndr). Sotto la falsa pretesa che i fondi sarebbero stati spesi per la costruzione”.
E ancora: “Non solo hanno mentito ai finanziatori” della campagna ma “li hanno truffati nascondendo” l’uso reale dei fondi”.
Molti di questi fondi “sono andati a finanziare il loro stile di vita”, aggiungono le autorità.
L’arresto di Stephen Bannon
L’arresto di Bannon riguarda il coinvolgimento nel gruppo “We Build The Wall” che ha raccolto online più di 25 milioni di dollari.
Bannon ha ricevuto dall’organizzazione più di un milione di dollari, parte dei quali usati per sostenere le sue spese personali.
“Donald Trump non ha nulla a che fare con lui dalla campagna elettorale”
Donald Trump “non ha nulla che fare con Stephen Bannon dalla campagna elettorale e dall’avvio dell’amministrazione”.
Il presidente, afferma la portavoce della Casa Bianca Kaleigh McEnany, non conosce le persone coinvolte” nel progetto “We Build The Wall”.
Ed anche Donald Trump conferma: “E’ una cosa molto triste per Bannon, non ho a che fare con lui da molto tempo. Non so nulla del progetto”.
Il presidente, nel rispondere ad una domanda su Stephen Bannon sottolinea come il progetto della raccolta di fondi per il Muro non gli piacesse.
Ancora Trump: “Ho pensato che il progetto fosse stato fatto solo per mettersi in mostra”.
A chi gli chiedeva di commentare gli sforzi per finanziare la costruzione del muro al confine con il Messico con fondi privati, Trump ha risposto: “Non è una cosa appropriata”.
Chi è Stephen Bannon, l’ex stratega di Trump
“L’oscurità è una cosa buona, Dick Cheney, Darth Vader, Satana. Questo è il potere”.
Ci aiuta quando loro non vedono, quando sono ciechi rispetto a chi siamo e cosa facciamo”.
Così disse Steve Bannon poche settimane dopo la conquista della Casa Bianca da parte di Donald Trump, per il quale ha fatto da consigliere strategico per neanche nove mesi.
Rasputin (o Richelieu, dipende dai punti di vista) all’americana, suggeritore dei potenti, ma anche giornalista, politologo, produttore cinematografico, ex banchiere d’investimento.
E ancora: direttore esecutivo del sito più amato della destra americana, Breitbart News e figura di riferimento dell”alt-right’.
Bannon è stato anche il vice-presidente di Cambridge Analytica e ha fondato l’associazione internazionale The Movement.
L’intento dell’associazione era quello di esportare il “modello Trump” nel resto del mondo, a cominciare dall’Europa, modalità mediatiche e strategie comprese.
Talmente ingombrante, come si vede, da dover lasciare la Casa Bianca il 18 agosto 2017.
Eppure era stato lui la “master mind” del successo elettorale dell’ex tycoon, portando in dote i voti decisivi della ‘pancia’ degli Stati Uniti.
Si tratta dei bianchi arrabbiati e impoveriti delusi da Obama, furibondi con il cosiddetto establishment.
Elettori sensibili ai richiami del nazionalismo bianco e dell’ultraconservatorismo spruzzato di religione, comprensivo di protezionismo estremo e, secondo taluni, di elementi antisemiti (fonte: Ansa).