I Tea Party ci riprovano. Sfida tra le due anime repubblicane per le primarie

Pubblicato il 4 Febbraio 2011 - 06:26| Aggiornato il 5 Febbraio 2011 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – I Tea Party stanno già affilando i denti. Dopo i successi delle elezioni di midterm un nuovo confronto si profila all’orizzonte tra il movimento ultraconservatore e l’establishment repubblicano moderato. Basta dare un’occhiata a quello che succede in Indiana per apprezzare il sommovimento politico che il partito anti tasse e del “governo minimo” sta creando. Qui, una settantina di gruppi della galassia Tea Party si sono riuniti nell’ultimo week end di gennaio per proclamare la loro intenzione di sostenere un solo candidato – ancora indeterminato – nelle primarie che li opporranno con il veterano Richard G. Lugar, uno dei più anziani senatori americani, rappresentante repubblicano dell’Indiana fin dal lontano 1977.

Quello che succede in Indiana, accade anche altrove, come nello Utah e nel Maine. I leader del movimento stanno traendo le lezioni del passato. Un po’ dappertutto la nebulosa Tea Party sta concentrando le disperse forze per far valere il suo peso specifico nelle elezioni che si avvicinano. L’anno scorso i Tea Party in diversi casi non presentarono una candidatura univoca e il voto ultraconservatore finì per disperdersi in diversi candidati permettendo ai repubblicani più moderati di vincere, a volte con percentuali di voto inferiori al 40 percento. Così è successo per le elezioni del Senato in Illinois e in Indiana e in quelle del Congresso in Virginia, dove i candidati del Tea Party erano estremamente numerosi.

La sfida dei Tea Party in Indiana mostra bene la loro determinazione. Per dare una idea della popolarità di Lugar, basti pensare che nel 2006 il partito democratico, conscio della propria mancanza di chance, rinunciò semplicemente ad opporgli uno sfidante. Di conseguenza Lugar venne eletto con una “percentuale bulgara” che raggiungeva quasi il novanta percento.

I rapporti tra le due anime dei repubblicani non sono certo sereni in questi giorni. Durante una colazione con i giornalisti nel mese di dicembre Lugar ha detto di credere che molti sostenitori dei Tea Party sono spinti dalla rabbia «per come sono andate le cose per loro». «Loro vogliono – ha proseguito – esprimere loro stessi, ma i loro reclami si riducono a cose poco concrete piuttosto che a prese di posizione determinate. Si tratta sempre, si direbbe, di cliché». D’altro canto i Tea Party non risparmiano le critiche a Lugar, accusato di essere troppo “liberal” (di sinistra) per le sue posizioni sull’accordo nucleare con la Russia, e per il suo appoggio a leggi “morbide” sull’immigrazione e per il suo voto favorevole nelle elezioni dei giudici della suprema corte, Sonia Sotomayor e Elena Kagan.