Usa. Da Hanoi Jane a Jihad Jane, le donne nemiche dell’America

di Licinio Germini
Pubblicato il 3 Febbraio 2011 - 16:31| Aggiornato il 5 Febbraio 2011 OLTRE 6 MESI FA

Colleen LaRose, nome di battaglia Jihad Jane

Negli Anni Sessanta, durante la furia della guerra vietnamita, quando l’attrice Jane Fonda si recò ad Hanoi per dimostrare il suo appoggio alla causa comunista, una volta tornata negli States fu soprannominata con disprezzo Hanoi Jane, nomignolo che non l’ha mai del tutto abbandonata.

Sono passati molti anni, il nemico degli americani, ma non solo, è attualmente diverso, ed è ora entrata in scena Jihad Jane.

Si tratta di Colleen LaRose, 47 anni, di Philadelphia, che, dopo essere stata acciuffata dall’FBI e portata in tribunale, ha tranquillamente confessato al giudice di aver ”febbrilmente”  lavorato online tramite YouTube, appunto col nome di Jihad Jane o Sorella del Terrore, per appoggiare ed aiutare il terrorismo islamico.

Nei sobborghi dove viveva i vicini non l’avrebbero mai immaginato: la donna era apprezzata per le cure che dedicava al padre vecchio e malato del fidanzato, Kurt Gorman. Tutti la consideravano una donna morigerata e compassionevole.

Ma dal 2008 al 2009, un perido durante il quale era stata anche all’estero, nella mente della LaRose prese forma ”il disperato desiderio di contribuire ad alleviare le sofferenze dei musulmani”. Fu una prima volta arrestata dall’Fbi, ma poi rilasciata. Però la sua ”missione” a favore dell’Islam non si fermò.

Gli inquirenti hanno dichiarato che il suo aspetto tipicamente americano e i capelli biondi avevano indotto i suoi complici a ritenere che avrebbe potuto facilmente compiere atti terroristici.

LaRose ha dichiarato al giudice di non aver mai sperimentato disturbi mentali e che si dichiarava colpevole di propria volontà. Ha replicato il magistrato: ”L’ammissione di colpevolezza da parte di una donna dei sobborghi americani, dove finora il terrorismo non è mai stato di casa, che ha complottato con altri per commettere assassinii oltremare e fornire appoggio materiale ai terrortisti, sottolinea l’evolversi della minaccia che ci troviamo ad affrontare”.