Thailandia. Prima donna premier, la sorella del Berlusconi di Bangkok

di Licinio Germini
Pubblicato il 3 Luglio 2011 - 13:19| Aggiornato il 4 Luglio 2011 OLTRE 6 MESI FA
Yingluck Shinawatra, vincitrice delle elezioni

BANGKOK, THAILANDIA – L’opposizione ha vinto le elezioni generali in Thailandia, secondo gli exit poll, spianando la strada a Yingluck Shinawatra per diventare la prima donna capo del governo nella storia del Paese e assegnando un successo al movimento politico delle camicie rosse che l’ha appoggiata.

Ma i dati elettorali cambiano rapidamente e più tardi il quadro politico potrebbe risultare diverso.

Le reti televisive hanno mostrato Yingluck, 43 anni, sorella minore dell’ex-primo ministro Thaksin Shinawatra, attorniata da una folla di giornalisti, fotografi e cameramen dopo che gli exit poll hanno indicato che il suo partito Puea Thai (Per i Tahilandesi) ha ottenuto una consistente maggioranza dei 500 seggi parlamentari. ”Aspettiamo i risultati ufficiali – ha detto ai suoi sostenitori – e poi vi parlerò del nostro successo”.

Secondo un exit poll dell’università Suan Dusit di Bangkok, considerata la storicamente più affidabile, il Puea Thai avrebbe conquistato 313 seggi, mentre il Partito Democratico del premier uscente Abhisit Vejjajiva non avrebbe ottenuti che 152. Le camice rosse hanno appoggiato Yingluck accusando Abhisit di collusione con l’esercito e di aver organizzato il golpe che nel 2006 ha destituito Thaksin.

Diversi i dati diffusi dalla commissione elettorale thailandese più tardi in serata, che attribuisce al Puea Thai 249-250 seggi e 168 al partito di Abhisit. Il conteggio dei voti tiene tutti col fiato sospeso. L’entità della vittoria del partito guidato da Yingluck Shinawatra – sorella dell’ex premier Thaksin deposto da un golpe nel 2006 – è fondamentale per capire gli sviluppi politici nelle prossime settimane, dato che i vari partiti minori sono considerati potenziali alleati di Abhisit. Se il Puea Thai ottenesse meno della maggioranza dei voti, rischierebbe di non riuscire a formare un governo.

La grande discrepanza tra gli exit poll e le proiezioni, se verrà confermata o addirittura ampliata dai risultati ufficiali, rischia di alimentare il risentimento verso l’establishment tra i sostenitori di Thaksin, già esistente dalla repressione militare delle proteste delle camicie rosse l’anno scorso a
Bangkok.

Il partito delle camicie rosse, il Fronte Unito Democratico Contro la Dittatura (UDD), rappresenta la parte più povera e diseredata della popolazione. Nell’aprile del 2009 organizzò una rivolta contro il governo di Abhisit che mise a ferro e fuoco Bangkok e che alla fine fu sanguinosamente repressa dai militari alleati del premier.

Thaksin, un ex-magnate delle telecomunicazioni, con il supporto dei poveri, che formano la gran parte della popolazione, e programmi populisti, ha vinto le elezioni del 2001 e del 2005. Lo stesso elettorato ha portato alla vittoria Yingluck, che conta di governare con il suo appoggio, se la potente casta militare glielo permetterà.

Gli investitori stranieri osserveranno attentamente gli sviluppi successivi alle elezioni. La Thailandia, seconda economia del Sud Est Asiatico e ospite di industrie automobilistiche inclusa la General Motors, da anni è impegnata in programmi per la costruzione di infrastrutture ed iniziative dirette a riformare l’economia.

Intervenendo al telefono con un’emittente televisiva, l’ex premier Thaksin – che dall’autoesilio controlla il partito Puea Thai – ha detto di voler tornare in Thailandia ma di “voler aspettare il momento giusto”.
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L’ex premier ha inoltre confermato che la sorella Yingluck sarà a capo del governo se i numeri degli exit poll verranno confermati dallo scrutinio. Ha poi   aggiunto che il Puea Thai farebbe meglio a governare con uno dei partiti minori entrati in Parlamento.

Ma molti osservatori temono che un eventuale ritorno di Thaksin in patria, dove l’aspetta una condanna a due anni per corruzione, possa provocare una reazione da parte delle forze armate, da sempre ostili all’ex premier.