Tibet. Due monaci si danno alle fiamme a Lhasa, prima volta nella capitale

Pubblicato il 28 Maggio 2012 - 10:59| Aggiornato il 30 Maggio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Il Dalai Lama

PECHINO, CINA – Due monaci tibetani si sono dati alle fiamme accanto al tempio di Jokhang, molto frequentato dai turisti, nel centro di Lhasa, la prima volta che l’ondata di recenti immolazioni contro l’amministrazione cinese ragginge a capitale tibetana, a quanto riferisce l’agenzia di stampa ufficiale di Pechino Xinhua. Uno dei due monaci è morto, l’altro è stato ricoverato in ospedale e non si hanno notizie sulla sua sorte.

Le proteste anti-cinesi sono diventate rare nel Tibet, ed a Lhasa in particolare, a causa della stretta sorveglianza della polizia da quando violenti disordini vi si sono verificati nel 2008.

Dal marzo dello scorso anno vi sono state 34 immolazioni, per lo più in aree della Cina con alta densità di tibetani, per attirare l’attenzione internazionale sulle restrizioni alla pratica del buddhismo e chiedere il ritorno dall’esislio del Dalai Lama, il leader spirituale dei tibetani.

Le due immolazioni nel centro della capitale tibetana, rilevano gli osservatori, sono causa di forte imbarazzo per la dirigenza comunista della regione, che si è impegnata nelle priorità di mantenere la stabilità sociale e l’unione etnica. Ma le immolazioni indurranno le autorità ad indurire le misure di sicurezza sia a Lhasa che altrove.

Radio Free Asia riferisce che lunedi a Lhasa è aumentato il numero dei poliziotti e delle guardie paramilitari e che la situazione è molto tesa.