TOTAL ASSUME ANCHE 102 BRITANNICI, FINE ALLO SCIOPERO ANTI-ITALIANI

Pubblicato il 5 Febbraio 2009 - 06:20 OLTRE 6 MESI FA

Operai_inglesi La Total ha raggiunto un compromesso con i lavoratori inglesi che scioperano da una settimana alla raffineria di Lindsey per opporsi all'impiego di operai specializzati italiani e portoghesi per la realizzazione di un nuovo impianto. I lavoratori hanno infatti approvato una proposta della Total che garantisce l'assunzione di 102 operai britannici. L'accordo non avrà riflessi sui 200 operai italiani e portoghesi della Irem, la ditta siciliana che ha vinto l'appalto Total.

SINDACATO – «Abbiamo deciso di tornare al lavoro perché abbiamo raggiunto il nostro obiettivo», ha spiegato Tony Ryan, rappresentante locale di Unite, il principale sindacato britannico. «Non volevamo che i lavoratori britannici fossero esclusi e ora non lo saranno». I sindacati hanno auspicato che ora sia messa fine anche alle proteste spontanee e agli scioperi selvaggi organizzati in altri impianti, pur non escludendo nuove agitazioni. «Questa lotta non è finita ed è solo l'inizio della battaglia per ottenere pari diritti per i nostri lavoratori», ha assicurato Ryan.

NOTA – In un comunicato la Total ribadisce di non aver «mai discriminato, né mai lo faremo, le aziende e i lavoratori britannici», e sottolinea come la decisione di assumere altri 102 lavoratori britannici dimostri la volontà di «creare posti di lavoro locali. Non ci sarà nessuna perdita di posti di lavoro in seguito a questa intesa».

IREM – «Siamo contenti che la situazione si sia sbloccata, soprattutto per la sicurezza dei nostri lavoratori, ma sul piano operativo non sappiamo quello che accadrà: stiamo parlando di questo con Total», ha dichiarato Giovanni Musso, vice presidente dell'Irem. «Credo che lunedì i nostri operai torneranno al lavoro e finalmente il cantiere sarà avviato a pieno regime».

COMMISSIONE UE – Intanto la Commissione europea ha ribadito che limitare il movimento di lavoratori all'interno dell'Ue non è una soluzione alla crisi. «La libertà di movimento è uno dei valori fondamentali dell'Unione europea», ha detto il commissario agli Affari sociali, Vladimir Spidla. «L'esperienza ha mostrato con chiarezza che non è creando barriere e cercando di limitare il mercato interno che ci difenderemo dalla crisi o creeremo occupazione».