Traffico armi, l’Iran protesta contro l’Italia. Frattini: “Magistrati indipendenti”

Pubblicato il 5 Marzo 2010 - 09:17 OLTRE 6 MESI FA

L'ambasciata italiana a Teheran

Armi all’Iran dall’Europa? Teheran non nega, ma rimprovera l’Italia e pretende il rilascio dei suoi uomini, arrestati per «una manovra politica». La Farnesina però smentisce qualsiasi uso strumentale della magistratura.

L’ambasciatore italiano in Iran Alberto Bradanini è stato convocato al ministero degli esteri di Teheran che aveva trasmesso una protesta ufficiale per l’arresto di due cittadini iraniani nell’ambito di un’inchiesta sul traffico di armi internazionale.

La Repubblica Islamica giudica l ‘inchiesta italiana sugli armamenti «una manovra politica», come ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri di Teheran, Ramin Mehman Parast. «Gli arresti sono un nuovo disegno dai fini ambigui. Seguiamo seriamente la vicenda – ha aggiunto il portavoce -e l’ambasciatore italiano a Teheran è stato convocato per dare spiegazioni sulla questione».

Il ministro degli Esteri Franco Frattini ha replicato: «Respingo con fermezza qualunque insinuazione iraniana sull’ uso strumentale dei recenti arresti da parte della magistratura italiana. L’Italia si fonda sulle regole e sui principi dello Stato di diritto, in base ai quali la magistratura è indipendente dal potere esecutivo. Gli arresti effettuati hanno coinvolto cittadini iraniani ed italiani nel quadro dell’inchiesta sul traffico di armi e per violazioni delle norme internazionali». Pertanto l’Italia respinge anche la richiesta di scarcerazione, ricordando che naturalmente «a tutti gli imputati verrà ovviamente garantito il pieno diritto di difesa e l’assistenza legale in tutte le fasi del processo» .

Il 3 marzo scorso sette persone erano state arrestate, tra cui due uomini sospettati di essere agenti segreti iraniani, dalla Guardia di Finanza del Comando Provinciale di Milano con l’accusa di associazione a delinquere finalizzata all’illecita esportazione di armi e sistemi di armamento. Il primo presunto 007 arrestato è Nejad Hamid Masoumi, 51 anni, che era accreditato come giornalista presso la sala stampa estera a Roma dove è stato arrestato; il secondo si chiama Ali Damirchiloo, di 55 anni, che è stato arrestato a Torino.

La tv della Repubblica islamica dell’Iran, IRIB,  ha difeso il giornalista Masoumi  parlando di «nuova messa in scena made in Italy contro l’’Iran» e di complotto ordito per vendicare alcune sue «rivelazioni fatte sulla crisi economica italiana e sui casi di corruzione e scandali di Berlusconi».