Trump chiama Putin e apre a Kim Jong-un. Ma Corea del Nord: “Bombardieri Usa in volo, vogliono guerra”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 5 Maggio 2017 - 10:07 OLTRE 6 MESI FA
Trump chiama Putin e apre a Kim Jong-un. Ma Corea del Nord: "Bombardieri Usa in volo, vogliono guerra"

Trump chiama Putin e apre a Kim Jong-un. Ma Corea del Nord: “Bombardieri Usa in volo, vogliono guerra”

ROMA – Kim Jong-un potrebbe avere le ore contate ora che è finito il periodo di gelo tra Stati Uniti e Russia. Dopo oltre un mese dal bombardamento americano della base di Shairat in Siria, Donald Trump ha telefonato al presidente russo Vladimir Putin, con il quale ha avuto “una conversazione molto positiva”. L’obiettivo finale è raggiungere un accordo per risolvere la crisi in Corea del Nord, dopo settimane ad altissima tensione, minacce nucleari e movimenti massicci di mezzi e uomini Usa diretti verso la penisola coreana.

La telefonata tra Mosca e Whashington è arrivata quando ormai la crisi internazionale stava raggiungendo un nuovo picco, visto che poche ore prima i vertici militari americani avevano confermato l’installazione del sistema antimissilistico Thaad a difesa della Corea del Sud.

La stessa Cina, pur invocando rapporti diretti tra Washington e Pyongyang, è irritata per il sistema antimissile americano in Corea del Sud di cui chiede lo stop al dispiegamento.

Mentre Pyongyang non lascia spazio a dubbi e, tacciata di provocare, rimanda agli Usa la stessa accusa, agli “imperialisti americani” di “procedere in modo sconsiderato verso una guerra nucleare nella penisola coreana”, perché “hanno fatto sorvolare dei bombardieri strategici B-1B principali obiettivi della Corea del Nord”, riferisce la Kcna, l’agenzia di stampa di Pyongyang e aggiunge: “L’esercito nordcoreano sta osservando attentamente i movimenti militari degli imperialisti americani, ed è pronto a reagire in ogni modo”.

Trump prima della telefonata a Putin si è inventato un colpo di teatro. Alle telecamere di Bloomberg, il presidente Usa si era detto “onorato di incontrare Kim Jong Un” a determinate condizioni. Un’azione di palese distrazione.

Con lo scudo missilistico ormai pronto nella Corea del Sud, l’esercito Usa potrà proteggere innanzitutto i propri mezzi per un raggio di 240 km. Una tutela adeguata per i missili a corto e medio raggio, quelli che già ora la Corea del Nord è in grado di far partire in caso di attacco. I vertici militari americani sono ancora scettici che Kim sia nelle condizioni di sferrare attacchi intercontinentali, gli serve tempo, quello stesso tempo che potrebbe essere sufficiente per conquistare Pyongyang.