Trump inciuciava coi russi prima del voto: ci sono le prove

di Riccardo Galli
Pubblicato il 15 Febbraio 2017 - 11:08 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Trump, non c’è nessuna prova e probabilmente nessun fatto  o circostanza che provi che i russi abbiano influito e pesato sul risultato elettorale delle presidenziali americane. Insomma il voto americano non è stato inquinato o artefatto, è stata l’America e solo l’America ad eleggere Donald Trump presidente.

Però ci sono e tante e inconfutabili e massicce le prove, i fatti e le circostanze che attestano e documentano come Trump e il suo staff praticassero “inciucio” coi russi fin da subito, fin da prima del voto. Inciucio profondo, non semplici amorosi sensi.

Inciucio, cioè intesa sotterranea e inconfessabile. Almeno questo è il significato che noi italiani diamo alla parola ormai da molti anni (anche se in realtà etimo, onomatopea e uso originario le assegnano altro significato, quello di mormorio pettegolante e complice nel pettegolare). Inciucio perché non era stima Trump-Putin e viceversa, era già di più, molto di più.

Il Consigliere alla Sicurezza Nazionale che negli Usa è figura preminente e decisiva (più di un Ministro della Difesa nostrano) appena nominato da Trump si è dovuto dimettere. Dimissioni dopo aver negato e aver costretto il vice presidente Pence ad imbarazzante analogo diniego. Michael Flynn ha dovuto mollare dopo che le Agenzie Federali hanno acquisito e mostrato le prove inconfutabili che, ancora prima che Trump fosse eletto, aveva trattato con Mosca, garantito che Trump presidente avrebbe tolto sanzioni, stretto patti con gli uomini di Putin.

Il giorno dopo il New York Times pubblica documenti da cui risultano “ripetuti contatti” tra lo staff di Trump e i russi. Contatti rilevati e rivelati dalle Agenzie per la sicurezza nazionale. Dunque non solo Flynn diventato poi Consigliere per la sicurezza nazionale, è già sarebbe, anzi è enorme. Non solo Flynn, anche altri dello staff inciuciavano coi russi, ci sono le prove.

Quanto ne sapeva Trump in persona e quando ha saputo quel che sapeva? E’ la domanda cui devono rispondere i presidenti e la risposta dà il calibro delle loro responsabilità (e affidabilità). Sapeva Trump in campagna elettorale che c’era tra i suoi uomini chi trattava e parlava a nome suo con i russi e che ipotecava con i russi le sue decisioni da presidente?

Questo appunto, ipotecare le decisioni di un futuro presidente in un inciucio con un governo straniero (e che governo, la Russia!) negli Usa è peccato mortale politico e civile perché è ritenuto danno alla sicurezza della nazione. Infatti Flynn è stato obbligato a mortificanti dimissioni. Ma Trump sapeva, quando ha saputo. E se Flynn inciuciava sul ritiro delle sanzioni, qual era l’ordine del giorno degli altri “ripetuti contatti” con i russi, che cosa con Mosca si sono venduti e scambiati gli uomini di Trump, magari come in Italia molti dicono e nessuno ci crede…a sua insaputa?