Trump e Kim Jong-un, vertice di Hanoi fallisce per le sanzioni: Corea del Nord resta nucleare

di Veronica Nicosia
Pubblicato il 28 Febbraio 2019 - 09:36 OLTRE 6 MESI FA
Kim Jong-Un e Trump, fallito vertice Hanoi: resta nucleare Corea del Nord

Trump e Kim Jong-un, fallisce vertice di Hanoi: Corea del Nord resta nucleare

ROMA – Il vertice di Hanoi tra Kim Jong-un e Donald Trump fallisce. La Corea del Nord non verrà denuclearizzata, ma solo per il momento, tenta di rassicurare il presidente degli Stati Uniti. Trump e Kim parlano di un incontro “positivo”, di “negoziati ancora in corso”, ma di fatto cancellano il pranzo di lavoro previsto per il 28 febbraio e anticipano la conferenza stampa di questo vertice che si conclude con un nulla di fatto. Punto cruciale del fallimento della trattativa: le sanzioni. Kim chiedeva che le sanzioni economiche sulla Corea fossero tolte del tutto, Trump su questo punto non ha ceduto. Il presidente coreano quindi non ha assicurato lo smanellamento del complesso nucleare di Yongbyon, come chiesto dagli americani.

Il Kim del summit sembrava molto diverso da quello che siamo abituati  vedere. Il leader nordcoreano nella conferenza stampa pre-incontro ad Hanoi ha rotto uno dei tabù più ostici per lui, ovvero ha risposto alle domande dei giornalisti stranieri, tacendo su quelle sui diritti umani e trovando il soccorso di Trump nei momenti più critici. A chi gli chiedeva se era interessato a denuclearizzare, la risposta è stata secca: “Se non avessi avuto quel desiderio non mi troverei qui”.

Dopo i colloqui con Trump, però, nessuna firma di dichiarazione congiunta. Jong-un ha lasciato il Metropol Hotel, cancallando il pranzo post vertice. Poi arriva l’annuncio della portavoce della Casa Bianca, Sarah Sanders: “Nessun accordo è stato raggiunto, ma i rispettivi team guardano alle riunioni in futuro”. La Sanders resta ottimista, descrive i meeting tra i due leader come “molto buoni e costruttivi”: “Hanno discusso dei vari modi per far avanzare la denuclearizzazione e i concetti basati sull’economia”.

Rassicurante, almeno all’inizio, anche la versione di Trump in conferenza stampa: “Abbiamo avuto un tempo molto produttivo, c’erano diverse opzioni ma questa volta abbiamo deciso che non era una buona cosa firmare una dichiarazione congiunta al summit”. Tra i motivi ci sarebbe stata anche la richiesta di Kim di togliere le sanzioni in cambio dello smantellamento del complesso nucleare strategico di Yongbyon.

Una richiesta che Trump ha rifiutato, sottolineando che le sanzioni saranno tolte solo a denuclearizzazione completata. Un Trump dalla voce sottile, affaticato, che dice: “Sostanzialmente  volevano la cancellazione delle sanzioni nella loro totalità, ma noi non potevamo farlo”. Per questo, non c’era che l’opzione di “andare via” dai colloqui senza un accordo in mano, dato che la formula suggerita “non era quella giusta”: “Voglio togliere le pesanti sanzioni perché voglio che il Paese cresca, ma loro devono rinunciare a qualcosa in più”.

Niente denuclearizzazione, anche se Kim Jong-un ha assicurato  Trump che non farà “test su missili e niente che riguardi il nucleare”. Si parla di relazione “forte” tra il presidente e il leader, di “progressi reali”, un clima che resta ottimista nonostante qualcosa sia andato storto, portando al mancato accordo. “Non potevo concordare con Kim sulla rimozione delle sanzioni, non c’erano  impegni sufficienti a giustificare un’azione ampia del genere”, ribadisce Trump, sottolineando anche che per un nuovo summit “potrebbe passare molto tempo”. Una conclusione non certo rassicurante e ottimista, come il resto delle dichiarazioni rese.

Fonte Wall Street Journal