Trump muove nave da guerra verso la Siria, jet russi a bassa quota: battaglia dei cieli in vista?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 10 Aprile 2018 - 10:54 OLTRE 6 MESI FA
Trump muove nave da guerra verso la Siria, jet russi a bassa quota: battaglia dei cieli in vista?

Trump muove nave da guerra verso la Siria, jet russi a bassa quota: battaglia dei cieli in vista?

ROMA – Alcuni jet russi avrebbero sorvolato a bassa quota per 4 volte il cacciatorpediniere Donald Cook della marina militare Usa, compiendo manovre di disturbo mentre si avvicinava alle acque territoriali siriane dal porto cipriota di Larnaca.

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Lo scrive il quotidiano turco Hurriyet. Il cacciatorpediniere Usa aveva lasciato il porto cipriota di Larnaca, dove era ormeggiato, per avvicinarsi alle acque territoriali siriane.

Secondo il giornale, la nave da guerra statunitense sarebbe giunta a circa 100 km dal porto siriano di Tartus, dove c’è una base della marina militare russa. Non risultano al momento conferme ufficiali da parte delle forze armate Usa sulle manovre, che giungono mentre la tensione è alta dopo il sospetto attacco chimico del regime di Bashar al Assad su Duma, contro cui ieri Donald Trump ha promesso “qualche decisione importante nelle prossime 24-48 ore”.

E’ il segnale che la crisi siriana sta pericolosamente avvitandosi e dirigendosi verso uno scontro diretto come nemmeno durante la guerra fredda sullo scacchiere mediorientale, a 24 ore dalle notizie sull’utilizzo da parte del presidente siriano Assad di gas nervino contro la popolazione civile a Douma, nella regione di Ghouta, ultimo avamposto dei ribelli. E dopo che la Russia ha denunciato i raid dei caccia israeliani contro le postazioni iraniane e russe (base T4) a sostegno del regime a 60 km da Palmira, come una “violazione della sovranità siriana”.

Russia, Iran e Siria da una parte, Usa, Israele e Francia dall’altra, i due fronti stanno sperimentando una escalation militare che conduce a un confronto diretto fra superpotenze, dopo mesi di guerra per procura di cui le popolazioni martoriate dalla lunga crisi siriana stanno facendo le spese. L’esito scappato di mano dopo la stagione della guerra al califfato islamico dei militanti jihadisti.

Come nell’aprile del 2017 Washington è pronta al raid di rappresaglia, spalleggiata dalla Francia. E anche Erdogan si dice preoccupato e chiama l’alleato Putin per chiede chiarimenti sul sospetto uso di gas da parte di Assad. Ma la situazione militare sul terreno è diversa. I russi hanno continuato a far affluire difese anti-aeree, con navi da trasporto che arrivano a Tartus quasi tutte le settimane. Putin ha detto che reagirà, che non lascerà che siano messe in pericolo le vite delle migliaia di soldati russi in Siria. Può essere un bluff, può essere vero. A vedere le carte, forse su richiesta degli americani, è l’aviazione israeliana. (Giordano Stabile, La Stampa)