Donald Trump vuole bandire TikTok negli Usa. Ma in realtà fa la guerra a Bill Gates

di redazione Blitz
Pubblicato il 1 Agosto 2020 - 17:21 OLTRE 6 MESI FA
Donald Trump vuole vietare TikTok negli Usa. Ma in realtà fa la guerra a Bill Gates

Donald Trump vuole bandire TikTok negli Usa. Ma in realtà fa la guerra a Bill Gates

Donald Trump vuole vietare TikTok, che accusa di essere uno strumento del governo cinese. Ma in realtà fa la guerra a Bill Gates. 

Sembra la trama di un film di fantapolitica ma è tutto vero. Ieri, a bordo dell’Air Force One, Trump ha annunciato ai giornalisti che metterà al bando negli Usa TikTok. 

A suo dire il social network è uno strumento di spionaggio dei servizi segreti cinesi. Ma in realtà nel mirino del presidente Usa c’è il fondatore di Microsoft, Bill Gates. 

Tant’è che lo stesso Trump non spara a zero contro il social network, come aveva fatto in passato contro il colosso cinese delle Tlc Huawei. Per capire la mossa di Trump bisogna prestare attenzione all’ipotesi, riportata dall’agenzia Bloomberg, di un imminente decreto Usa per ordinare alla cinese ByteDance, proprietaria della famosa app di video per ragazzi, di cedere la sua quota.

Secondo il New York Times, la Microsoft sarebbe già in trattative per l’acquisto di TikTok. Ed ecco che Trump, all’ultimo, ha cambiato le carte in tavola.

Perché TikTok è accusata di spiare per la Cina

Perché un social network per ragazzi come TikTok, è sospettato di svolgere attività di spionaggio per conto della Cina?

Durante tutta la pandemia, TikTok ha offerto intrattenimento gratuito a milioni di adolescenti in tutto il mondo e dunque anche negli Stati Uniti e in Europa.

Tuttavia l’app è di proprietà del gruppo cinese ByteDance ed è sotto inchiesta del Cfius, l’agenzia statunitense incaricata di garantire che gli investimenti esteri non costituiscano un rischio per la sicurezza nazionale.

“La società madre di TikTok ha sede a Pechino – spiega il Wall Street Journal – ed è soggetta alle leggi cinesi che impongono alle aziende di lavorare con agenzie di intelligence del governo, se richiesto. Non è dunque possibile garantire che le informazioni private che circolano sul social non vengano condivise con il governo cinese”.

Inoltre, TikTok censura informazioni poco lusinghiere sulla Cina. Tuttavia numerosi esperti ritengono che i rischi per la sicurezza nazionale siano vicini allo zero.

L’India ha già vietato TikTok.

In realtà il social network è contestato anche al di fuori degli Stati Uniti. Dal 30 giugno è stato vietato in India, dove è stato posto in cima alla lista delle 59 applicazioni cinesi bloccate da New Delhi sul suo territorio per “garantire la sicurezza e la sovranità del cyberspazio indiano”.

Il Pakistan, un paese musulmano molto conservatore, ha recentemente emesso un “ultimo avvertimento” all’applicazione di condivisione video TikTok per rimuovere dalla sua piattaforma contenuti ritenuti “immorali, osceni e volgari”. 

Usa-Cina, la pandemia ha peggiorato i rapporti

Donald Trump ha scatenato la guerra commerciale con la Cina, essenzialmente per motivi di leadership economica. Tuttavia la pandemia ha reso i rapporti ancor più incandescenti.

La Cina è stata la prima a proclamare l’emergenza coronavirus e la prima a uscire dal tunnel. Ora, seppure tra mille difficoltà, Pechino pensa alla ripresa e gli Usa invece sono più che mai nel bel mezzo della crisi.

Trump, alle prese con le elezioni presidenziali, è in grande difficoltà e ha alzato il tiro contro la Cina, accusata di essere responsabile della diffusione del coronavirus nel mondo. L’attacco a TikTok non può essere disgiunto da questa escalation.

La pandemia ha messo il turbo alle Big Tech

La pandemia non ha soltanto messo il turbo alle tensioni tra Usa e Cina, ma ha anche fatto lievitare i conti delle big tech.

Nel secondo trimestre, mentre il Pil Usa affondava del 32,9%, ai minimi storici, Apple ha annunciato profitti in rialzo dell’11%, Facebook segnala un aumento dell’11% del giro d’affari e profitti a 5,2 miliardi. Amazon raddoppia gli utili a 5,2 miliardi di dollari.

Insomma, le big tech che già spadroneggiavano nel mondo infischiandosene dei governi nazionali, diventano ancora più forti.

Non fa eccezione Microsoft, i cui ricavi trimestrali avanzano del 13% e i cui utili avanzano oltre le attese a oltre 11 miliardi di dollari.

Trump, come tutti i politici, avverte il fiato sul collo: non gradisce le tendenze liberal di molti leader della Silicon Valley, ma non guarda solo a quelle.

Il suo obiettivo preferito è Jeff Bezos di Amazon, che probabilmente è più a destra di lui politicamente. Inoltre anche Bill Gates, che pure non ha mai gradito, è un repubblicano vecchio stampo. 

Perché Bill Gates non piace a Trump

L’ipotesi che Microsoft sia in trattative per acquistare Tik Tok ha spinto Trump a metterla al bando, invece di obbligare ByteDance a venderla.

Il motivo? Trump odia Gates ed è decisamente ricambiato dal fondatore della Microsoft. Probabilmente l’antipatia è a pelle, ma si fonda anche su motivi più concreti e, in particolare, sulle critiche di Gates alle scelte di Trump sul coronavirus.

L’ultima è recente. Solo ieri Gates, impegnato nella realizzazione di un vaccino anti-Covid, ha detto che la maggior parte dei test per il coronavirus effettuati negli Stati Uniti sono uno “spreco totale” perché occorre troppo tempo per ottenere i risultati e fare in modo che le persone che risultano positive si mettano tempestivamente in autoisolamento.

Inoltre, Gates ha sempre difeso Fauci, l’esperto di epidemiologia della Casa Bianca che Trump considera uno dei suoi più temuti avversari. Ed è un difensore dell’Oms, l’Organizzazione mondiale della sanità, alla quale Trump ha tagliato i fondi Usa, considerandola un’alleata di Pechino.

Insomma, per Trump Bill Gates rappresenta una spina nel fianco. Lui e TikTok insieme proprio non ce li vuole.

Il magnate e la piattaforma cinese, tra l’altro, si erano già impegnati insieme per donare 20 milioni di dollari, 10 l’uno, a una partnership sanitaria globale che distribuirà vaccini per il nuovo coronavirus in Africa.

Tutto il contrario di quello che puntano a fare gli Usa, i quali hanno distribuito miliardi di dollari alle case farmaceutiche per ottenere l’esclusiva dei loro vaccini più promettenti. (Fonte: Wall Street Journal).