Tunisia, rinviato il processo a Ben Alì

Pubblicato il 21 Luglio 2011 - 14:49 OLTRE 6 MESI FA

Zine El Abidine Ben Ali (Foto LaPresse)

TUNISI, 21 LUG – E’ stato rinviato al 28 luglio il processo, aperto questa mattina, in tribunale a Tunisi, a carico dell’ex presidente Zine El Abidine Ben Ali, della figlia Nesrine, e del genero, Saker El Materi, tutti accusati di corruzione e frode e tutti e tre contumaci. Il presidente del tribunale ha accolto una richiesta di rinvio formulata dal difensore di Materi, l’avvocato Hosni El Beji, e motivata con l’esigenza di potere visionare il fascicolo processuale. El Beji, peraltro, è difensore di fiducia di Materi, mentre nei precedenti procedimenti a carico di Ben Ali e dei suoi congiunti a difendere gli imputati erano avvocati d’ufficio.

Corruzione e frode, in un affare immobiliare: sono queste le accuse a carico di Ben Ali, fuggito in Arabia Saudita il 14 gennaio scorso. In apertura di udienza il presidente del tribunale di prima istanza ha letto le imputazioni mosse all’ex presidente, ancora ”contumace nonostante l’emissione di mandati di arresti internazionali e di richieste di estradizione”, ha sottolineato il magistrato.

In due altri processi, celebrati nelle scorse settimane sempre davanti al tribunale di Tunisi e relativi a quanto scoperto nei palazzi presidenziali (denaro, droga, armi, gioielli), Ben Ali è stato condannato a complessivi 50 anni di reclusione (la moglie, Leila Trebelzi a 35 anni). Complessivamente, sono una novantina i procedimenti avviati a carico di Ben Ali, anche dalla giustizia militare.

Nel processo figurano, in veste di imputati, anche una delle figlie di Ben Ali, Nesrine, e il marito, Saker El Materi, riusciti a fuggire dalla Tunisia prima della caduta del regime ed attualmente residenti a Doha, stando alle ultime informazioni su di loro.

In particolare, a Ben Ali, figlia e genero viene contestata l’acquisizione illecita di un terreno, originariamente di proprietà della società ”El Bouhayra” e finito nelle mani di Sakher Materi e della moglie, attraverso una delle molte loro società ”Les hirondelles”. Il terreno, rivenduto, consentì un guadagno di circa nove milioni di euro.

Un altro ”affaire” contestato all’ex presidente e ai congiunti riguarda la modifica – da agricolo ad edilizio – della destinazione d’uso di un terreno di quattro ettari, in favore della ”Pierre”, un’altra società immobiliare di proprietà di Materi.