Turchia: il premier denuncia un tentato golpe militare. Ma era di sette anni fa…

Pubblicato il 22 Febbraio 2010 - 15:42| Aggiornato il 21 Ottobre 2010 OLTRE 6 MESI FA

I cinque generali turchi arrestati

La notizia arriva  inaspettata e sorprendente: un tentato golpe militare alle porte dell’Europa, dove è già quasi Europa. Un gruppo di generali, che farebbe capo all’organizzazione laico-nazionalista “Ergenekon” – una sorta di “Gladio” – cioè un’organizzazione “coperta” operante dentro lo Stato, progettava di rovesciare il governo e di impadronirsi del potere in Turchia. I primi confusi particolari parlano di una quarantina di uomini in divisa arrestati dalla polizia. Quel che è certo è che a dichiarare il paese in pericolo, a denunciare il complotto armato è stato il premier turco Recep Tayip Erdogan.

Il piano di assalto allo Stato (dall’evocativo nome “Balyoz”, cioè “martello”) prevedeva bombe nelle moschee, l’abbattimento di un aereo di linea civile turco in maniera da farlo risultare vittima di un attacco di caccia greci e attentati nei musei: un fiume di sangue che doveva condurre tutto il paese e tutto il potere nelle mani dei militari in nome della sicurezza nazionale. Era, doveva chiaramente essere la “vendetta” dei militari turchi contro un governo e un paese che si stava sottraendo alla loro tutela. Ma c’è qualcosa di non chiaro nello stesso annuncio del tentato e mancato golpe da parte di Erdogan:  tutto doveva avvenire tra il 2002 e il 2003. Sette anni di distanza dai fatti sono molti, anche per un’indagine accurata.

Perché l’attuale e moderatamente islamista governo turco sceglie di denunciare proprio adesso la minaccia? Perché la ritiene non totalmente estirpata? Per infliggere un colpo di immagine all’esercito, alle forze armate turche di oggi? Per preparare il terreno ad una “limatura” ulteriore del carattere laico della società turca, laicità di cui i militari sono da decenni custodi e garanzia? Di certo è singolare la coincidenza: nello stesso giorno in cui denuncia il golpe, Erdogan propone al paese un referendum per togliere all’esercito il compito costituzionale della difesa dello Stato laico, compito assegnato alle Forze Armate dal fondatore della Turchia moderna, Mustafà Kemal Ataturk.

Di certo la Turchia, paese che dovrebbe entrare a far parte dell’Unione Europea, segnala una sua evidente instabilità. In ogni caso: o il governo e il premier sono ancora sotto minaccia, al punto di dover effettuare retate d’emergenza tra i militari, oppure il governo e il premier mettono in scena e sotto i riflettori un golpe antico e fallito per realizzare un contro-golpe costituzionale.