Turchia: Ocse boccia referendum. Erdogan: “Sconfitti i crociati”

di redazione Blitz
Pubblicato il 17 Aprile 2017 - 15:57 OLTRE 6 MESI FA
il presidente Recep Tayyip Erdogan (Ansa)

Turchia, il presidente Recep Tayyip Erdogan (Ansa)

BERLINO – La decisione della Commissione elettorale turca sull‘ammissibilità delle schede non timbrate “ha minato le garanzie contro le frodi”. Lo hanno detto gli osservatori dell’Osce presenti ad Ankara. Il voto referendario che in Turchia ha allargato ulteriormente i poteri del presidente scatenando un’ondata di proteste “non è stato all’altezza” degli standard internazionali: lo afferma la missione degli osservatori dell’Osce durante una conferenza stampa ad Ankara.

Erdogan reagisce alle accuse spiegando chelui, per vincere il referendum sul presidenzialismo ha dovuto combattuto contro “le nazioni potenti del mondo” che mi hanno “attaccato” con una “mentalità da crociati”. Il presidente turco lo ha detto salutando la folla che lo ha accolto all’aeroporto di Ankara, al suo arrivo da Istanbul. “Non ci siamo arresi. Abbiamo resistito come una nazione”, ha aggiunto Erdogan.

Ed oltre all’Ocse, a parlare dopo il referendum è il ministro degli Esteri austriaco, Sebastian Kurz, che ha chiesto di interrompere le trattative per l’ingresso di Ankara nella Ue. “La Turchia non può essere un membro”, ha detto Kurz all’agenzia Apa.

Bisogna porre fine alla “finzione” dell’adesione, ha aggiunto, sollecitando piuttosto un accordo di vicinato. Il voto è stato anche “un chiaro segnale contro la Ue”, al quale l’Europa deve rispondere a sua volta con una chiara reazione: “occorre finalmente sincerità sui rapporti tra la Ue e la Turchia. Il tempo dei tatticismi deve finire”.

A Kurz fa eco il presidente della Commissione Affari esteri del Parlamento europeo, il tedesco David McAllister, che chiede uno stop dei negoziati per l’ingresso della Turchia nella Ue. “Un’adesione alla Ue non è la strada giusta per Ankara. Un altro tipo di cooperazione ha più senso”, ha detto l’esponente della Cdu al quotidiano Rheinische Post. La reintroduzione della pena di morte che Erdogan ha promesso ai sostenitori di discutere magari con un nuovo referendum, “porterebbe inevitabilmente alla fine dei negoziati di adesione”, ha aggiunto McAllister.