Ucraina: Merkel e Hollande da Putin, ma l’accordo non arriva

di redazione Blitz
Pubblicato il 6 Febbraio 2015 - 22:40 OLTRE 6 MESI FA
Ucraina: Merkel e Hollande da Putin, ma l'accordo non c'è

Ucraina: Merkel e Hollande da Putin, ma l’accordo non c’è

MOSCA – Un documento già in fase di elaborazione per attuare gli accordi di Minsk: è il frutto, non ancora maturo, della lunga trattativa notturna al Cremlino tra Putin, Merkel e Hollande, che si risentiranno domenica al telefono anche con il presidente ucraino Petro Poroshenko per rispolverare il ‘formato Normandia’ e tirare le somme dei nuovi negoziati per mettere fine a dieci mesi di guerra nel martoriato sud-est di un Paese ormai al collasso economico, con la grivnia scambiata a 25 per un dollaro, contro i 9 di un anno fa.

Difficile “leggere” un incontro a porte chiuse di oltre tre ore – seguito da una cena – da cui non è trapelato nulla, senza membri delle delegazioni ed interrotto dopo un’ora e mezzo solo per una rituale foto di gruppo. Ma il fatto che la cancelliera tedesca Angela Merkel abbia deciso di volare a Mosca per la prima volta dall’inizio del conflitto è interpretato da analisti e fonti russe come un “segno positivo”.

Prima di partire, tuttavia, la Merkel e il presidente francese Francois Hollande avevano manifestato prudenza e scetticismo sulla possibilità di convincere il leader russo ad accettare un piano di cui non si conoscono ancora i dettagli ma che – secondo indiscrezioni di stampa e le indicazioni della stessa Merkel – ha tutta l’aria di essere una rivisitazione degli accordi di Minsk, ripetutamente violati da ambo le parti: immediato cessate il fuoco, arretramento delle armi pesanti, scambio di prigionieri, larga autonomia, ritiro di tutte le formazione illegittime armate e dei mezzi militari, controllo dei confini. Le uniche varianti potrebbero essere la ridefinizione della linea di contatto, con il riconoscimento delle conquiste fatte nel frattempo dai ribelli (un migliaio di kmq), e la sostituzione degli osservatori Osce con i caschi blu dell’Onu.

“Possiamo fare – aveva detto la cancelliera prima di salire a bordo dell’aereo – solo ciò che è in nostro potere.Sappiamo che la situazione è completamente aperta, ma non sappiamo se riusciremo ad arrivare ad un cessate il fuoco, se ci arriveremo oggi o se saranno necessarie altre discussioni, non sappiamo se i colloqui di oggi saranno lunghi o brevi. O se saranno gli ultimi colloqui”. Con la missione di giovedì a Kiev (cinque ore con il presidente Petro Poroshenko) e di venerdì a Mosca “noi ci impegniamo a mettere fine al bagno di sangue e a far rivivere gli accordi di Minsk”, aveva aggiunto, ricordando che è in ballo “la pace europea” e smentendo le notizie di stampa su possibili concessioni territoriali ai ribelli. Alla vigilia anche Hollande aveva assicurato il rispetto dell’integrità territoriale ucraina, parlando di un piano “accettabile per tutti” e ammonendo che “i negoziati diplomatici non possono proseguire all’infinito”. Putin l’ha capito, incalzato anche da un Paese messo in ginocchio da sanzioni, crollo del rublo e del prezzo del petrolio.

Ma, come un consumato giocatore di scacchi, ha continuato a giocare in attacco facendo una proposta ai due leader europei e offrendo loro la possibilità di sganciarsi da Washington, sempre più incline a soccorrere militarmente l’Ucraina. A tenere alta la tensione con Mosca è stato il vicepresidente Usa, Joe Biden, che durante la sua visita a Bruxelles ha attaccato il leader russo accusandolo di volere “l’escalation militare con l’invio di mercenari e carri armati”.