Usa 2012. Obama cerca un nuovo slogan dopo il suo “Yes we can”

Pubblicato il 8 Aprile 2012 - 18:03| Aggiornato il 30 Aprile 2012 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Barack Obama 2.0, un marchio in cerca di uno ‘slogan’. Tutti ricordano ‘Yes we can’, che accanto a ”Hope” e ”Change” furono le parole d’ordine della marcia trionfale del 2008. Ma finora nessuno sa quale sara’ la nuova formula magica per la vincere la sfida della rielezione.

Nell’ultimo anno, la Casa Bianca ha tastato il terreno proponendo a turno alcune frasi nel corso dei mesi. Come ‘Winning the future’, ‘We can’t wait’, ‘An America Built to last’, ‘An economy built to last’ e ‘A fair shot’. Ma averne alternate cosi’ tante e’ un chiaro messaggio che lo staff obamiano non ha ancora trovato la frase giusta.

Del resto sono scelte cruciali. Ed e’ chiaro che le difficolta’ nel pescare lo slogan giusto riflette i problemi che Obama ha ancora di fronte nel definire perfettamente il suo messaggio per conquistare il secondo mandato.

Tuttavia, il tempo stringe. Come ricorda Bruce Newman, uno storico consulente di Bill Clinton, ad esempio Ronald Reagan, gia’ nel maggio 1984 lancio’ quel ‘It’s morning again in America’, che ripete’ ossessivamente sino alla vittoria alle successive elezioni.

”Gli slogan che hanno piu’ effetto sono quelli che partono prima”, conferma Michael Goldman, un altro consulente democratico. Del resto, com’e’ emerso di recente, Obama per primo non apprezza per nulla gli slogan ultra-sintetici. Nel libro di David Plouffe – ‘The audacity to win’ – si racconta che Barack all’inizio boccio’ la frase ”Change we can believe in”, creata da David Axelrod.

”Veramente pensate che vada bene? Ma non dice nulla dei problemi”, disse l’allora candidato. Poi pero’ si convinse e anche grazie a quella frase cosi’ efficace conquisto’ la Casa Bianca. Ora bisogna trovarne una che abbia la stessa fortuna. Centinaia di esperti sono al lavoro, organizzando focus e brainstorming. E tra un po’ si conoscera’ l’erede di ‘Yes we can’, versione 2012.