Usa 2012, Obama cambia idea: verso il sì ai matrimoni gay

Pubblicato il 21 Giugno 2011 - 08:00 OLTRE 6 MESI FA

NEW YORK – Il 29 giugno, per la prima volta, il Gay Pride sbarcherà alla Casa Bianca: lo scrive oggi il New York Times, secondo cui le vedute del presidente degli Stati Uniti Barack Obama sui matrimoni tra persone dello stesso sesso ”stanno evolvendo” verso il sì, anche in prospettiva della campagna elettorale in vista delle sua rielezione.

Pochi giorni prima di una festa dedicata al Gay Pride alla Casa Bianca, Obama ieri, 20 giugno, è stato a New York alla cena per la raccolta di fondi elettorali ‘Gala with the Gay Community’ del costo di 1.250 dollari a testa: una prima assoluta per un presidente degli Stati Uniti. Proprio a questa cena erano presenti il governatore italo-americano dello Stato di New York, Andrew Cuomo (figlio di Mario), grande sostenitore della legalizzazione, anche da cattolico, e k’arcivescovo di New York, Timothy Dolan, che si oppone con forza a quella che considera la legalizzazione di un comportamento “perverso”.

La Casa Bianca non fa ufficialmente nessun commento sulle posizioni di Obama sulla questione delle unioni gay e lesbiche, posizioni che a dir vero sono apparse altalenanti nel corso degli anni.

L’unico ad avere parlato in proposito con il New York Times è un anonimo stratega del Partito Democratico vicino alla Casa Bianca (forse David Axelrod o l’ex portavoce Robert Gibbs), secondo cui alcuni alcuni consiglieri di primo piano ”stanno studiando la tattica da seguire se il presidente decidesse” di appoggiare il riconoscimento dei matrimoni tra persone dello stesso sesso.

Una prima indicazione presidenziale è attesa per le prossime ore, al massimo nei prossimi giorni. Obama è stato in gioventù favorevole ai matrimoni gay ma alle presidenziali del 2008, probabilmente perché glielo hanno consigliato, il candidato del partito democratico aveva fatto una sorta di marcia indietro sulla questione, sia per conquistare l’elettorato nero (storicamente molto anti-gay vista la posizione della Chiesa), sia quello più conservatore, che poteva fare la differenza nel duello finale.

”Sono convinto che il matrimonio sia tra un uomo e una donna – aveva detto Obama in una chiesa della California durante la campagna elettorale del 2008 – e per me, in quanto cristiano, si tratta di una unione sacra”. Nel febbraio del 2010 la sua amministrazione ha rinunciato alla difesa in sede federale della legge che dà valore legale solo ai matrimoni tra uomini e donne.

Obama sarebbe recentemente tornato alle posizioni iniziali, cioè ad essere apertamente favorevole ai matrimoni gay, per una serie di ragioni. Primo, come spiega il suo entourage, perché il presidente ”ha amici molto cari che sono coppie sposate gay o lesbiche”.

Secondo, l’inquilino della Casa Bianca, è stato in prima linea per ottenere la revoca della politica del ‘Don’t Ask Don’t Tell’ (non te lo chiedo ma non dirmelo), in vigore nelle Forze Armate Usa dai tempi del presidente Bill Clinton. A convincerlo a cambiare è stato il capo di Stato Maggiore delle Forze Armate l’ammiraglio Mike Mullen, secondo cui si trattava di una questione morale da risolvere appena possibile.