Usa, Arizona. Stato della paura e ”Mecca del pregiudizio e del settarismo”

Pubblicato il 12 Gennaio 2011 - 16:25 OLTRE 6 MESI FA

La governatrice dell'Arizona Jan Brewer

La furia politica americana di cui tanto si è parlato dopo la tragedia dell’Arizona è particolarmente virulenta proprio in questo stato del sudovest degli Stati Uniti, collegato al Messico da un confine lungo 3.170 km, che secondo Clarence Dupnik, lo sceriffo della Contea di Pima, dove è avvenuto il massacro dell’8 gennaio, ”è sfortunatamente diventato la mecca del pregiudizio e del settarismo”.

La strage in cui Jared Lee Loughner ha ucciso a colpi di pistola 13 persone ferendo gravemente, tra gli altri, la deputata democratica Gabrielle Giffords, ora in lotta tra la vita e la morte, è l’ultimo spaventoso episodio di odio in cui a parlare sono le armi, facilmente reperibili. Ma l’atmosfera in Arizona era già bollente prima, e per uno specifico motivo.

La governatrice repubblicana dello stato Jan Brewer ha promulgato il 23 aprile dell’anno scorso la famigerata e contestata legge SB 1070, il provvedimento da decenni più duro e intransigente nei confronti degli immigrati illegali che sciamano in Arizona attraverso l’interminabile confine col Messico.

Nel primo anniversario dell’entrata in vigore della legge, una furente telefonata ha raggiunto il deputato democratico Raul Grijalva, che aveva votato contro la SB 1070. Il suo interlocutore gli ha detto che stava venendo a trovarlo per ”far saltare il cervello a lui, ai suoi collaboratori ed a tutti i messicani che attraversano il confine”. La polizia ha dovuto evacuare gli uffici dell’uomo politico.

Negli scorsi otto mesi Grijalva, 62 anni, il cui distretto elettorale confina con quello della Giffords, è stato oggetto di altre tre minacce terroristiche. Il settimanale Newsweek gli ha chiesto se pensasse che il mondo stesse impazzendo. ”Oh, in molti e svariati modi” ha risposto il deputato.

L’Arizona è scossa da minacce di violenza contro i suoi politici da quasi un anno. Sono stati minacciati di morte, i loro uffici sono stati vandalizzati e presi a colpi di arma da fuoco. Sulla testa di un deputato è stata messa una taglia di un milione di dollari. Le intimidazioni provengono da fonti diverse e perfino contraddittorie. E tutte insieme hanno provocato una paura di molto precedente a quella successiva alla strage compiuta da Loughner.

La legge SB 1070 è stata capace di creare un clima d’odio che ha investito l’intero stato, coinvolgendo oppositori e sostenitori, questi ultimi parimenti furiosi contro chi si è opposto alla legge. Lo sceriffo della Contea di Pinal, Paul Babeu, un sostenitore, ha ricevuto concrete minacce dalla mafia messicana, ”nella tradizione – ha detto – della mafia italiana”. Gli è stato fatto sapere che ”qualcuno ha avuto l’incarico di far fuori qualcun altro”, ovvero lui.

Una calamita di rabbia e rancore in Arizona è lo sceriffo della Contea di Maricopa, Joe Arpaio, noto per il suo brutale trattamento degli immigranti illegali. Anche sulla sua testa lo scorso agosto è stata posta una taglia di un milione di dollari. Non ha sottovalutato la minaccia, ma, ha detto, ”la cosa non mi turba più di tanto. Non c’è molto che possa fare”.

Un’altra intimidazione gli è arrivata dal Messico un mese fa. ”Vogliono uccidermi e non è che non ci stiano provando”, ha dichiarato. E cosa intende fare? ”Niente”, ha risposto, ”che posso fare? Dimettermi e andare a dirigere il traffico in qualche idilliaca cittadina del nord? Macchè. Io sono un poliziotto, è il mio lavoro. Le cose qui  da noi vanno come vanno e bisogna conviverci”.

Lo sceriffo Arpaio è costantemente seguito da una scorta di due vice-sceriffi, ma incredibilmente non gira armato. ”Il cinturone con la pistola o il fucile a canne mozze intimidiscono la poca brava gente rimasta”, dice.