Usa. Obama per il sogno americano: “11mln di clandestini regolari entro 8 anni”

Pubblicato il 17 Febbraio 2013 - 20:24| Aggiornato il 8 Luglio 2022 OLTRE 6 MESI FA

WASHINGTON – Entro 8 anni il sogno americano di 11 milioni di clandestini sarà realtà. Barack Obama propone il ‘Lawful Prospective Immigrant’, un permesso di soggiorno che è una una prospettiva di legalità verso la piena cittadinanza, l’acquisizione di diritti e doveri che li facciano sentire finalmente uguali a tutti gli altri americani e non cittadini di serie B. La bozza della riforma migratoria approda così alla Casa Bianca il 17 febbraio, ma era stata anticipata da Alan Gomez, di Usa Today, il giornale piu’ diffuso d’America.

Di fatto si tratta di una maxi-sanatoria che prevede anche il ricongiungimento familiare: i clandestini che otterranno questa nuova forma di visto potranno assicurare ai propri familiari piu’ stretti, coniuge e figli che vivono all’estero, lo stesso status di cittadini americani. Inoltre, per sconfiggere il fenomeno dello sfruttamento dei ‘latinos’ irregolari, il testo prevede che i datori di lavoro debbano regolarizzare la situazione dei propri dipendenti entro 4 anni.

Aver fatto trapelare sulla stampa questa bozza di riforma risponde a una strategia comunicativa ben precisa: Barack Obama, al momento popolarissimo, lancia una sorta di ultimatum al Congresso e ai repubblicani. E’ consapevole che per mettere a segno le sue riforme, ha a disposizione meno di due anni. Sa che dopo le elezioni di midterm, nel novembre 2014, la politica americana si mettera’ di nuovo in moto in vista della sfida delle presidenziali del 2016.

Per questo Obama vuole stringere i tempi e tenere fede all’impegno assunto con i milioni di ispanici che per ben due elezioni consecutive, al grido ‘Si se puede’, lo hanno appoggiato in modo massiccio. Nel corso del primo quadriennio non e’ riuscito a portare a casa la riforma. Ma stavolta non vuole fallire di nuovo. E se i repubblicani si mettono di traverso, lui e’ pronto ad andare avanti da solo.

A caldo, la bozza e’ stata bocciata senza mezzi termini da Marco Rubio, il giovane senatore repubblicano della Florida, figlio di esiliati cubani, considerato oggi l’uomo forte del Grand Old Party: ”Se la proposta e’ questa – ha detto Rubio – allora e’ nata morta prima ancora di arrivare al Congresso. E’ un grave errore mettere nero su bianco un testo senza cercare input dai componenti repubblicani del Congresso”. In particolare, per Rubio la bozza non e’ sufficientemente dura sul fronte della sicurezza ai confini, e di fatto privilegia ”chi ha infranto la legge” rispetto a chi e’ arrivato in America ”facendo le cose per bene, in modo legale”.

Una bocciatura talmente severa, che il progressista Huffington Post titola sarcastico: ”Il ‘riformista’ Rubio rifiuta il piano di Obama”. Ma siamo ancora alle posizioni di bandiera: i repubblicani sanno che non possono defilarsi dal confronto. Raggiungere una riforma per l’elefantino e’ assolutamente vitale se vogliono avere qualche chance di tornare alla Casa Bianca.

La linea dura e intransigente del Tea Party, adottata anche da Mitt Romney, li ha portati al disastro. Non recuperare i voti dei ‘latinos’, la minoranza in rapidissima crescita demografica, vorrebbe dire suicidarsi elettoralmente. Piu’ tardi e’ stata direttamente la Casa Bianca, attraverso Denis McDonough, il nuovo capo dello staff di Barack Obama, a spiegare in maniera chiarissima il significato politico di questa bozza.

”Non abbiamo presentato nessun testo a Capitol Hill – ha precisato McDonough alla Abc – e vogliamo continuare a lavorare assieme al gruppo dei senatori che stanno mettendo a punto il testo. Quanto alla bozza – aggiunge – si tratta di una proposta interna, che abbiamo messo a punto per essere pronti nel caso in cui le trattative al Congresso dovessero portare a un nulla di fatto”.