Braccio di ferro tra Usa e Cina per il controllo del commercio nel Pacifico

Pubblicato il 11 Ottobre 2013 - 13:21 OLTRE 6 MESI FA

pacificWASHINGTON, STATI UNITI – E’ braccio di ferro tra Stati Uniti e Cina, che si contendono il controllo del commercio nel Pacifico. Al summit dell’Apec – svoltosi sull’isola di Bali, in Indonesia – e’ andato in scena l’ennesimo duello tra le due superpotenze mondiali, che hanno presentato due progetti diversi per sviluppare gli scambi nell’area. Due strategie differenti e concorrenti, con cui Washington e Pechino si sfidano in cerca di supremazia.

A giocare il ruolo di protagonista assoluto, pero’, a Bali e’ stato il leader cinese Xi Jin Ping, complice l’assenza di Barack Obama costretto ad annullare il viaggio in Indonesia per i problemi interni legati allo shutdown e al rischio default per gli Stati Uniti. ”A quest’ora dovevo essere in Asia. Il Paese ha perso ottime opportunita’ economiche e commerciali ”, ha sottolineato il presidente Usa, accusando i repubblicani per la crisi che gli ha impedito di lasciare Washington.

Niente nuovo faccia a faccia, dunque, col leader di Pechino. Obama e’ stato sostituito dal segretario di Stato, John Kerry, che ha avuto anche un breve incontro con Xi, in cui si e’ fatto il punto non solo sulle questioni commerciali, ma anche su Corea del Nord, Iran e Siria. Il capo della diplomazia Usa – nel suo intervento e nel corso di numerosi colloqui – ha cercato di rilanciare con forza la Trans-Pacific Partnership (TPP): e’ ora di stringere – ha detto – e di siglare un accordo definitivo entro un anno. Al progetto di partenariato tra diversi Paesi da una sponda all’altra del Pacifico al momento aderiscono 12 Stati della regione: Brunei, Cile, Nuova Zelanda, Singapore, Stati Uniti, Australia, Peru’, Vietnam, Malaysia, Messico, Canada, Giappone e Taiwan.

Un blocco che potrebbbe allargarsi ad altre nazioni e con cui Washington – insieme ad una serie di accordi bilaterali sul fronte diplomatico e militare nel sudest asiatico – spera di poter contenere la crescente influenza e inarrestabile ascesa di Pechino nell’area. Non a caso la Cina, nonostante le recenti prove di dialogo con gli Usa e alle nuove relazioni (anche personali) instaurate tra Obama e Xi, ha per il momento ribadito il suo no alla TPP, pur non escludendo in assoluto una sua futura adesione.

”La Cina intende impegnarsi nella creazione di un quadro di cooperazione regionale nel trans-Pacifico, ma una cooperazione che produca vantaggi per tutte le parti”, ha detto Xi, con una critica neanche tanto velata alla riunione che il capo della diplomazia Usa ha avuto con i Paesi del TPP, che rappresentano solo una minima parte dell’area. ”Questo accordo non e’ altro che un nuovo sforzo e un nuovo tentativo degli Usa di dominare l’economia del Pacifico”, ha attaccato quindi il China Daily. Pechino, dunque, frena, e al momento preferisce spingere per un’altra soluzione, tutta asiatica: un’intesa tra 16 Paesi del continente. Naturalmente senza gli Stati Uniti, cosa impensabile.