Usa,crisi. Imprenditori, piano Obama non aumenterà l’occupazione

di Licinio Germini
Pubblicato il 12 Settembre 2011 - 13:05 OLTRE 6 MESI FA

Disoccupati in fila davanti a ufficio collocamento

WASHINGTON, STATI UNITI – Il disastroso stato dell’economia americana è la ragione principale per cui molte aziende sono riluttanti ad assumere, e pochi dei loro dirigenti credono che il piano del presidente Barack Obama per l’occupazione – sebbene benvenuto – gli farà cambiare idea in tempi brevi.

Mentre Obama affronta una difficile battaglia al Congresso per ottenere l’approvazione di almeno una parte del suo piano, molti datori di lavoro non credono che riduzioni fiscali o incentivi di vario genere potrebbero creare posti di lavoro. Invece, la loro intenzione è di riprendere ad assumere una volta che le condizioni economiche saranno migliorate.

Le aziende sono preoccupate dall’incostante fiducia dei consumatori, da una borsa volatile, da quelli che considerano ostacoli all’espansione come i regolamenti governativi e, innanzitutto, dall’andamento altalenante della domanda per i loro prodotti. ”Per assumere personale gli affari devono andare bene”, rileva Jeffrey Braverman, proprietario di una azienda on line che vende noccioline e frutta secca, e sebbene un credito di 4 mila dollari al datore di lavoro può compensare il costo del piano di assistenza medica del personale, è la crescita della domanda che produce assunzioni”.

In effetti, scrive il New York Times, le industrie che assumono – come quelle tecnologiche ed energetiche – sono quelle dove gli affari vanno bene, contrariamente a quanto accade nell’economia in generale. Naturalmente, funzionari dell’amministrazione ed alcuni economisti credono che il piano del presidente avrà l’effetto di stimolare la domanda su un piano più generale. Il loro ragionamento è il seguente: i proposti tagli fiscali per i lavoratori dovrebbero spingere in alto i consumi e di conseguenza indurre le aziende ad assumere.

Secondo le stime degli economisti se il piano del presidente, al costo di 447 miliardi di dollari, venisse approvato in toto – una possibilità alquanto remota per via dell’opposizione repubblicana – potrebbe creare l’anno prossimo da 500 mila ad un milione di nuovi posti di lavoro. Più occupazione, più spese per i consumi più assunzioni.

Alcuni dei nuovi lavori sarebbero creati da misure come lo stanziamento di 35 miliardi per il mantenimento in servizio o l’assunzione di insegnanti, poliziotti e pompieri, di altri 30 miliardi per rinnovare edifici scolastici e di altri 50 miliardi per lavori autostradali, ferroviari, miglioramento dei trasporti pubblici terrestri e acquatici.

Chi se la passa peggio sono i lavoratori nel settore delle costruzioni, tra coloro più colpiti dalla crisi per via del collasso del mercato immobiliare. Tra di loro i disoccupati sorpassano il milione. ”Sono in tanti a starsene a casa in attesa di un impiego”, dice Syed Habib, un immobiliarista di North Brunswick, New Jersey, ”ma dobbiamo respingerli perchè manca il lavoro”.

Forse il problema più intrattabile che adesso affligge l’economia americana è la difficile situazione di coloro che sono disoccupati da molto tempo. Oltre sei milioni di persone cercano lavoro da sei mesi o più, ma i datori di lavoro li considerano ormai ”bruciati” dalla lunga inattività, e la proposta di Obama di dargli crediti fiscali di 4 mila dollari per assumere quei lavoratori difficilmente sarà accolta.

Un esempio in questo senso lo fornisce Jen-Hsun Huang, ad dell’azienda produttrice di chip Nvidia di Santa Clara, California, che negli Stati Uniti impiega 5 mila persone e 2 mila all’estero perchè il suo settore è fiorente. Ma i progettati incentivi non indurranno Huang ad assumere personale disoccupato da più di sei mesi. Assume invece, precisa, laureati universitari dei più celebri atenei del Paese. ”Persone che corrono come macchine sportive”, dice.

C’è chi sostiene, come Lucious Plant, amministratore del settore occupazionale nella Contea di Montgomery, Ohio, che lo scartare disoccupati da lungo tempo è un atteggiamento miope da parte delle aziende, perchè molti di essi sono ancora altamente specializzati. Ma gli risponde Marty Regalia, chief economist alla Camera di Commercio statunitense: ”Se un imprenditore dovesse incassare 4 mila dollari per una assunzione, pagare il dipendente 80 mila dollari l’anno per non fare niente in quanto manca lavororo, non l’assumerebbe mai”.