Usa, elezioni. Il candidato repubblicano Cain attacca gli ”indignados”

Pubblicato il 7 Ottobre 2011 - 12:45 OLTRE 6 MESI FA

Herman Cain

WASHINGTON, STATI UNITI – Lo stile abrasivo del candidato repubblicano alla presidenza Herman Cain ha dato una palese dimostrazione di sè in una intervista al Wall Street Journal. Cain, un afroamericano, ha detto chiaro e tondo che non nutre simpatia per gli ”impegnados” che a New York e in altre città degli Stati Uniti protestano contro la cupidigia di Wall Street, la crisi finanziaria, lo strapotere delle banche, la disoccupazione e la corruzione politica.

”Non devono prendersela con Wall Street – ha detto Cain – e non devono prendersela con le banche, perchè se sono poveri e non hanno un lavoro non hanno che da biasimare loro stessi”. Cain, che da quando di recente ha deciso di correre per la Casa Bianca è salito nei sondaggi ed è attualmente spalla a spalla con i due ex-favoriti in campo repubblicano, Mitt Romney e il governatore del Texas Rick Perry, ha teorizzato che le proteste sono in realtà uno strattagemma per distrarre gli elettori dalle responsabilità che hanno i democratici, e quindi l’amministrazione del presidente Barack Obama, per il disastrato stato in cui si trova l’economia nazionale.

Cai ha anche detto che ”una persona non ha colpa se si arricchisce, ha colpa se fallisce”.  Per questo, ha aggiunto, ”non capisco il senso di queste proteste, nè cosa intendono ottenere”. Analoghe valutazioni sono state espresse dall’altro candidato repubblicano Romney, in una intervista alla rete televisiva ABC, che ha rincarato la dose affermando che le proteste sono ”pericolose”. Per contro svariati esponenti democratici del Congresso di Washington hanno espresso comprensione e sostegno per le manifestazioni, che hanno definito l”’autunno americano”.

Mentre la marcia degli ‘indignados’ si allarga e da Wall Street arriva a Washington, a due passi dalla Casa Bianca, lo stesso Obama è sceso in campo riconoscendo le ragioni della protesta, come hanno fatto tra gli altri anche il presidente della Federal Reserve Ben Bernanke e il finanziere miliardario George Soros.

”Chi contesta da’ voce alla frustrazione che c’e’ nel Paese per una crisi economica e occupazionale frutto della crisi finanziaria”, ha ammesso il presidente, assicurando come lui in prima persona sia impegnato nella lotta ”per evitare gli abusi del sistema finanziario”. Obama ha quindi lanciato un
chiaro appello ai contestatori: ”State sicuri che il nostro obiettivo e’ quello di avere le banche e le istituzioni finanziarie in ordine”. E le banche – ha aggiunto – nel caricare le commissioni devono essere ”trasparenti” e abbandonare comportamenti che magari sono legali, ma che di certo appaiono come ”immorali”.

Un appello quello del capo della Casa Bianca, che arriva mentre la grande ondata dei raduni contro l’avidita’ di Wall Street, le ingiustizie fiscali e il potere delle societa’ non accenna a fermarsi.