Usa. I mormoni credono che uno di loro, Mitt Romney, possa battere Obama

Pubblicato il 17 Gennaio 2012 - 15:08 OLTRE 6 MESI FA

Il tempio mormone a Salt Lake City

SALT LAKE CITY, STATI UNITI – Mai come questa volta, i mormoni, una remota confessione statunitense semi-cristiana (The Church of Jesus Christ of Latter-Day Saints) seguono con interesse come non mai la corsa per la Casa Bianca. Per ragioni migratorie di molto tempo fa risiedono soprattutto nello stato dello Utah, un’arida distesa che hanno fatto fiorire incastrata tra il desertico Nevada e l’altrettanto arido Colorado.

La loro è una confessione singolare: credono in Gesù Cristo ma anche (forse di più) nel loro profeta e fondatore, Joseph Smith, che in base a presunte rivelazioni celesti ed altro fondò la confessione a New York nel 1820 affermando che la sua missione gli è stata affidata da Dio.

Ora accade che il favorito tra i repubblicani, Mitt Romney, sia un mormone osservante, come era anche l’outsider Jon Huntsman, poi ritiratosi, ma la campagna elettorale per le presidenziali del 6 novembre offre ai semisconosciuti mormoni soprattutto l’ opportunita’ di farsi conoscere meglio sul piano nazionale, e di spazzare quei pregiudizi di cui pensano essere prigionieri ancora oggi. Ci sono americani, delle più svariate confessioni, a cominciare dagli intransigenti Battisti del Sud, secondo cui i mormoni praticano anora la poligamia, che è stato vero ma non lo è più.

Negli ultimi mesi, inevitabilmente, l’attenzione della stampa (e non solo) si e’ concentrata sui mormoni, mentre un autorevole istituto di ricerca, il Pew Forum, ha allo stesso tempo realizzato un sondaggio in seno alla comunita’, affermando che si tratta del primo del genere condotto da una organizzazione ”indipendente”.

Ne e’ venuto fuori un chiaro quadro di sostegno a Romney, ma anche una inattesa fiducia nel futuro di gran parte della comunita’, composta dal due per cento degli americani, ovvero circa sei milioni di fedeli. La stragrande maggioranza di loro, l’86 per cento, anche quelli democratici, sostiene Romney. Ma il 50 per cento appoggiava anche Huntsman, e il 25 per cento apprezza il presidente Barack Obama.

In ogni caso, oltre il 50 per cento crede che gli americani siano pronti ad eleggere un presidente mormone. ”Serebbe pero’ un errore credere che tutti i mormoni hanno in programma di votare per Romney”, spiega in un editoriale sul Washington Post Johanna Brooks, nata in una famiglia di mormoni e studiosa dell’argomento. Ma in ogni caso, aggiunge la giornalista, i mormoni apprezzano l’attenzione dei media, perche sanno che ”la nostra religione appare esotica e anche esoterica” e sanno che ”gran parte degli americani sanno poco o niente di cio’ in cui credono i mormoni”. Il che è certamente vero.

Oltre che sul piano politico, i mormoni sono fortemente conservatori anche sul piano sociale, e tendono a vivere e sposarsi il piu’ possibile all’interno della loro comunita’. Quasi otto su dieci di loro sono ad esempio contro il sesso al di fuori del matrimonio. Oppure, il 58 per cento ritiene che sia piu’ opportuno che il marito lavori e la moglie si occupi della famiglia, mentre il 62 per cento degli americani considera che si debbano occupare della casa sia il marito sia la moglie ed e’ preferibile che entrambi abbiano un lavoro. I mormoni sono vegetariani inoltre, non fumano e non bevono.

Le elezioni del 2012 offrono ai mormoni la possibilita’ di un’autoesame e di una riorganizzazione delle loro relazioni con l’opinione pubblica americana, oltre a spazzare via molte errate convinzioni. Come quella secondo cui la loro non e’ una religione ma un semplice culto. C’e’ anche il caso della poligamia, che per oltre un quarantennio e’ stata praticata dai mormoni della Chiesa di Gesù Cristo dei Santi degli Ultimi Giorni, ma che è  stata abbandonata nel 1890. E dunque, conclude la Brooks, ”comunque vada a Romney, il 2012 porta numerose opportunita’ ai mormoni”. (ANSA).