Usa, elezioni. Romney fa il pieno di fondi, testa a testa con Obama

Pubblicato il 3 Febbraio 2012 - 11:35| Aggiornato il 6 Febbraio 2012 OLTRE 6 MESI FA

LAS VEGAS, STATI UNITI – Mitt Romney convince gli elettori e fa il pieno di fondi. Con il voto in Florida il frontrunner repubblicano si conferma campione di incassi: non solo stacca gli avversari del Grand Old Party (Gop), ma insidia anche la solidita’ finanziaria del presidente Barack Obama. L’ex Governatore del Massachusetts, mormone e milionario, è dunque’ sempre  piu’ lanciato verso la conquista della nomination non solo in termini di voti.

Tanto che alcuni esponenti del partito repubblicano starebbero pensando di contattare il finanziatore di punta di Newt Gingrich, il re dei casino’ Sheldon Adelson, chiedendogli di smettere di donare soldi all’ex speaker della Camera. Secondo loro, infatti, Gingrich non puo’ vincere, e ogni dollaro versato a lui in realta’ avvantaggia Barack Obama.

Ma la parabola ascendente di Romney inizia a preoccupare anche i democratici. Come riferisce il Wall Street Journal, guardando ai dati dei finanziamenti relativi al 2011, tra repubblicani e democratici e’ testa a testa: i primi hanno raccolto 225 milioni di dollari contro i 229 milioni del partito di Obama. Negli ultimi tre mesi dell’anno passato Romney e il Comitato Nazionale Repubblicano hanno addirittura sorpassato l’attuale inquilino della Casa Bianca, incassando 93.4 milioni di dollari, mentre Obama e il Comitato nazionale democratico si sono fermati a 68 milioni.

A questi dati vanno aggiunti i fondi provenienti dai SuperPac, i comitati elettorali che possono ricevere donazioni pressoche’ illimitate da imprese e sindacati. Istituzioni che tuttavia continuano a creare non pochi dubbi sul loro funzionamento. Romney punta soprattutto sul mondo della finanza: le donazioni piu’ sostanziose al suo SuperPac ”Restore our future” arrivano infatti da grandi imprese come la Bain Capital, societa’ da lui fondata, Goldman Sachs Group e Kohlberg Kravis Roberts & Co.

E anche per quanto riguarda i finanziamenti individuali diretti a Romney, limitati per legge a 2.500 dollari, il 90% sono sopra i duecento dollari. Il presidente Obama invece, cosi’ come gia’ aveva fatto durante la durissima campagna elettorale del 2008, punta soprattutto sui piccoli donatori. Cio’ non toglie che l’inquilino della Casa Bianca riceva a volte anche elargizioni piu’ sostanziose. Nell’ultimo trimestre del 2011 per esempio a Obama sono arrivati 39 milioni dal mondo di Hollywood, con donatori illustri da Steven Spielberg a Leonardo Di Caprio.

Il Wall Street Journal sottolinea poi che c’e’ un fattore che depone a favore del presidente in carica: mentre Romney sta spendendo una montagna di dollari nelle primarie, Obama puo’ conservare la maggior parte dei suoi finanziamenti per la battaglia finale.

La marcia di Romney verso la nomination sembra però inarrestabile. Dopo la schiacciante vittoria in Florida, il front-runner repubblicano sabato non dovrebbe avere problemi ai caucus (assemblee di elettori) in Nevada, altra tappa della corsa dei candidati alla nomination repubblicana per la Casa Bianca. Anche perche’ nella corsa del 2008 in Nevada Romney ottenne il 51 per cento dei voti e da allora ha continuato a mantenere la sua presenza costante nello stato dei casino’, dove tra l’altro c’è la maggiore concentrazione di mormoni nel Paese.

Al secondo posto allora si piazzo’ pero’ non il senatore John McCain, che infine vinse la nomination, bensi’ Ron Paul, che quest’anno intende rilanciare. Il deputato texano infatti sara’ pure il piu’ anziano dei candidati, anche soprannominato ”lo zio picchiatello”, ma il suo messaggio ”libertario” in uno stato la cui economia e’ basata in buona parte sul gioco d’azzardo, turismo e sesso a volontà (la prostituzione è legale) certamente fa presa piu’ che altrove.

E a dimostrarlo c’e’ anche il sostegno esplicito che ha incassato da numerose ”lavoratrici del sesso”, come quelle di un bordello nei pressi di Carson City, il Moonlite Bunny Ranch, che hanno anche creato un comitato pro-Paul. Del resto in Nevada i delegati non vengono conquistati tutti dal vincitore, ma vengono divisi in proporzione ai voti ottenuti, e Paul potrebbe essere una sorpresa.

Quanto all’ex-speaker della Camera Newt Gingrich, essendo di fatto l’ultimo arrivato in Nevada, si sta dando da fare il più possibile con un formidabile asso nella manica: il re dei casino’ di Las Vegas, Sheldon Adelson, che ha gia’ donato al Superpac (fondo elettorale) che sostiene Gingrich cinque milioni di dollari, cosi’ come sua moglie Miriam. Nondimeno, le possibilità di vittoria di Gingrich in Nevada vengono considerate scarse.