Usa, elezioni. Obama verso convenzione democratica per sconfiggere delusione

Pubblicato il 1 Settembre 2012 - 19:07 OLTRE 6 MESI FA

Il presisdente Barack Obama

WASHINGTON, STATI UNITI – Sconfiggere la delusione. Ridare entusiasmo, la voglia di crederci ancora. Sono questi gli obiettivi principali di Barack Obama alla Convention democratica che si tiene tra il 3 e il 6 settembre a Charlotte, North Carolina. Perchè’ il voto di novembre si gioca sull’economia, sul lavoro che ancora non c’e’. E Obama ripeterà’ che la ricetta di Mitt Romney e’ la stessa che porto’ al disastro. E che ha bisogno di tempo.

Ma il vero ostacolo che Barack deve superare non e’ il Grand Old Party. Se vuole essere rieletto e’ obbligato a riconquistare la fiducia di un Paese che 4 anni fa, fece battere i cuori di chi in lacrime credette in lui, alle sue promesse di Change e Hope, cambio e speranza. E ora, con gli occhi sbarrati, non vede i risultati, ed e’ rimasto deluso.

Ed e’ appunto la delusione, il ‘disappointment’, la parola magica, il terreno di battaglia di questa campagna elettorale 2012. La sfida tra Obama e Romney sembra aver abbandonato il piano puramente politico, per passare su quello emotivo-sentimentale. I repubblicani l’hanno capito che c’e’ un forte divario tra le mirabolanti aspettative di successo che Obama aveva suscitato nel 2008 e la misera realtà’ di oggi. E su questo hanno puntato forte, al di la’ degli attacchi personali.

Chiudendo la sua kermesse a Tampa proprio Mitt Romney ha detto: ”Barack Obama aveva promesso di rallentare il flusso degli oceani e guarire il pianeta dai suoi mali. La mia promessa… e’ quella di aiutare voi e la vostra famiglia”. Parole semplici ma efficaci. Jonathan Allen su Politico.com, e’ ancora più’ chiaro: ”Tu puoi picchiare duro su Obama, sulla riforma sanitaria, sul fatto che giochi a golf, accusarlo di essere un socialista europeo che ha trasformato il sogno americano in un incubo belga. A tutte queste accuse, lui può’ rispondere con un sorriso, bollandoti come un volgare conservatore. Ma se tu dici all’America che Barack e’ cambiato, che non e’ stato all’altezza del compito, che non e’ lo stesso uomo di cui tutti s’innamorarono nel 2008, allora si’ che gli fai male”.

Per questa ragione, quella sedia vuota mostrata da Clint Eastwood, e’ l’immagine che più ha preoccupato lo stato maggiore obamiano. Per dimostrare che quella sedia ”e’ occupata”, che ancora lui e’ in sella, Obama avrà’ a disposizione tre giorni di Convention. Dovra’ chiedere di aver pazienza, convincere che gli servono altri 4 anni per completare l’opera. In tanti comunque sperano che il livello degli interventi sia superiore a quello di Tampa. Una corrispondente della Bbc, stufa di ascoltare da ogni speaker la storia della propria famiglia, ha ribattezzato la kermesse repubblicana la ‘Mummy Convention’.

Del resto, nella politica americana, ormai la biografia e’ la vera piattaforma politica. Una carta che Obama gioco’ alla grande nel 2008, e che stavolta non vale più’, visto che tutti sanno tutto di Obama e famiglia. Ora invece e’ Ann Romney, la grande artefice di un passaggio simile, pur di rilanciare il marito. Da Tampa, il partito democratico ha comunque tratto alcune indicazioni preziose. Come ironizza un blogger democratico, la kermesse repubblicana si può sintetizzare cos�’: ”In tre giorni di dibattiti abbiamo capito due cose: Ann ama Mitt. E che tutti i repubblicani aspettano che Romney perda per prendere il suo posto nel 2016”.

Del resto, già’ tempo fa, Paul Begala, ex clintoniano e oggi alla guida di un SuperPac Obamiano aveva chiarito che il problema di Barack non e’ il carisma di Romney. ”Se lo sento parlare mi chiedo come possiamo perdere. Se vedo i numeri dell’economia mi chiedo come possiamo vincere”. A questo paradosso, solo apparente, Obama dovra’ rispondere, la sera del 6 settembre, cercando di parlare alla testa, ma soprattutto ai cuori dei 70mila stipati nel Bank of America Stadium, di Charlotte, e dei milioni seduti sul salotto di casa.

Un comizio all’aperto, all’antica, per far rivivere le emozioni del 2008. Un discorso importante, in cui Barack si gioca un pezzo della sua rielezione. Una mano gliela ha data oggi un giudice federale, autorizzando gli elettori dell’Ohio, uno Stato decisivo per la Casa Bianca, a votare a partire dal 3 novembre.