Usa, elezioni. Primarie Michigan, scontro frontale tra Romney e Santorum

Pubblicato il 23 Febbraio 2012 - 12:12| Aggiornato il 24 Febbraio 2012 OLTRE 6 MESI FA

Mitt Romney e Rick Santorum

DETROIT, STATI UNITI – Fino a non molto tempo fa l’ex-governatore del Massachusetts Mitt Romney era il frontrunner dei candidati repubblicani alla Casa Bianca e considerava le primarie del Michigan il 28 febbraio come una sorta di passeggiata per rafforzare ulteriormente la sua posizione. Poi è cominciata l’ascesa dell’ex-senatore della Pennsylvania Rick Santorum, nuovo frontrunner, e le cose per Romney si sono complicate.

Dopo essere stato sconfitto da Santorum in tre primarie la settimana scorsa, Romney sa che in Michigan non puo’ sbagliare, ma sta commettendo un grave errore e le sue posizioni contro il presidente Barack Obama sulle vicende dell’auto lo stanno mettendo in grave imbarazzo. L’ex governatore del Massachusetts in Michigan ha bisogno di un netto successo per fermare l’avanzata di Santorum, cattolico ed ultraconservatore.

I sondaggi parlano di un testa a testa, ma qui Romney gioca in casa. Nato e cresciuto a Detroit, in Michigan suo padre e’ stato eletto governatore. Non a caso, l’ultimo spot a cura del suo fondo di finanziamento SuperPac, ‘Restore Our Future’ si intitola ”Growing up”, crescendo qui. E mostra alcune immagini della sua adolescenza trascorsa nella citta’ dei motori, Motor City.

Ma e’ proprio sul tema dell’auto, che Romney rischia di perdere voti. Assillato dall’ala destra del partito che lo giudica troppo moderato e simile a Obama, Romney deve dimostrare di essere un duro, un candidato contrario alla spesa pubblica e all’intervento statale nell’economia. Ha anche pubblicato un articolo sul Detroit News, in cui spiega perche’ oggi, come in passato, e’ contro gli aiuti governativi grazie ai quali invece le aziende dell’auto hanno evitato la chiusura. Impresa non facile, visto che quei prestiti statali, puntualmente restituiti da Chrysler e in via di restituzione da Gm, hanno ottenuto il loro scopo: ora queste aziende hanno ripreso a macinare utili e stanno assicurando buona occupazione.

La tesi di Romney e’ che se e’ vero che l’auto ‘Made in Detroit’ e’ stata salvata dal fallimento, e’ anche vero che l’economia americana ha pagato un prezzo enorme in termini di debito pubblico. Gia’ nel 2008, due settimane dopo l’elezione di Obama, Romney scrisse un articolo sul New York Times dal titolo esplicito: ”Lasciamo fallire Detroit’. Il suo piano prevedeva una ‘managed bankruptcy’, cioe’ una sorta di fallimento controllato, con cui ristrutturare tutto il settore auto senza pesare sulle spalle dei contribuenti. In questo modo, teorizzava, il comparto si sarebbe sviluppato su basi molto piu’ forti e stabili di quelle attuali.

La ricetta di Romney, pero’, rischia di renderlo poco credibile agli occhi dei ‘blue collar’, gli operai tornati al lavoro dopo i mesi difficili della crisi economica e finanziaria. Su questo elettorato ha gioco facile il presidente, che da mesi parla dell’intervento a favore dell’auto americana come uno dei maggiori successi della sua amministrazione.

A peggiorare la situazione di Romney c’è un fatto che in tanti a destra cercano di nascondere: il primo a stanziare denaro federale per salvare l’auto non e’ stato ”il socialista” Obama, ma il suo predecessore, un repubblicano doc, George W. Bush. E’ stato lui a lanciare la strategia dei ‘bailout’, i piani di salvataggio che oggi Romney dipinge come spreco di denaro. E poi Romney e’ in difficolta per aver sbagliato tutte le previsioni: ”Se Gm e Chrysler ottengono i soldi che i loro capi chiedono al governo, l’auto americana fallira’ per sempre”, scrisse in quel famoso articolo del 2008.

Naturalmente non è successo nulla di simile. Gm ha annunciato 8 miliardi di profitti e Chrysler ne ha dichiarati 225 milioni nel solo ultimo trimestre 2011. Non a caso i democratici locali stanno accusando Romney di tradire la sua terra: ”Penso che farebbe bene a chiedere scusa e ammettere che Obama ha avuto ragione”, sentenzia Jennifer Granholm, ex governatrice democratica dello stato. ”Invece sta continuando a giustificare le sue posizioni sbagliate. Ci sta accoltellando alla schiena, malgrado sia uno del Michigan”.