Usa, elezioni. Romney avanza, duro scambio di accuse con Obama

Pubblicato il 15 Gennaio 2012 - 12:52 OLTRE 6 MESI FA

Mitt Romney e Barack Obama

WASHINGTON, STATI UNITI -Mitt Romney conferma il suo ruolo di superfavorito nelle primarie repubblicane. In base all’ultimo sondaggio Reuters/Ipsos e’ infatti saldamente in testa anche in South Carolina, dove si votera’ sabato prossimo. L’ex-governatore del Massachsetts e’ al 37%, staccando di ben 21 punti i due candidati che finora gli hanno dato piu’ filo da torcere: Ron Paul e Rick Santorum, fermi al 16%.

Crollo invece per Newt Gingrich, che i sondaggi danno solo al 12%, prorpio nello Stato in cui l’ex speaker della Camera si gioca tutte le ultime carte per rimanere in corsa. Peggio di lui, al 6%, l’ex governatore del Texas Rick Perry, che gia’ dopo il voto in Iowa e in New Hampshire e’ stato a un passo dal ritiro. Ultimo l’ex-governatore dello Utah e ex-ambasciatore Usa a Pechino, Jon Huntsman, al 3%.

Romney si sta quindi avviando senza ostacoli verso la nomination repubblicana per la Casa Bianca e il presidente Barack Obama deve affrontarlo con tutti i mezzi che ha. L’avversario da battere è ormai chiaramente lui. All’Election Day mancando poco meno di dieci mesi, un’eternità in politica, ma gia’ i due sfidanti affilano le armi. La prima stilettata arriva dallo staff del presidente: Mitt Romney è un raider, uno speculatore, uno che in passato – quando era alla guida del fondo di investimento Bain Capital – ha rovinato aziende e messo in mezzo alla strada molti lavoratori.

Un attacco durissimo, che ricalca le critiche mosse a Romney anche dagli altri candidati che con lui gareggiano nelle primarie repubblicane. Tanto duro che Romney e’ stato costretto a una pronta replica: Obama parli pure, ma il popolo americano sa che il suo bilancio economico e’ ”un’assoluta catastrofe”. Le primarie – appena iniziate – rischiano di passare gia’ in secondo piano. Il presidente Usa vede ormai nel frontruner del Gop come colui che molto probabilmente lo sfidera’ il prossimo 6 novembre, soprattutto se il voto in South Carolina si chiudera’ come quelli nello Iowa e in New Hmpshire.

E cosi’ Obama affida ai responsabili della sua campagna elettorale il compito di mirare dritto al bersaglio. Sperando che una mano gliela dia anche la pattuglia di candidati anti-Romney, prolungando oltre il dovuto la battaglia in casa repubblicana. ”La crisi economica – spiega Stephanie Cutter, stratega del quartier generale di Obama a Chicago – e’ in gran parte dovuta ad alcune persone che hanno messo i loro profitti davanti a tutto, davanti anche alla gente”.

Tra queste persone, dice la Cutter, c’e’ sicuramente Romney, che nella sua vita precedente, quando faceva il manager di Bain Capital (tra il 1980 e il 1990) ha utilizzato il denaro di ricchi investitori per prendere il controllo di società sull’orlo del crack. Società che ha poi ridimensionato, licenziando molti lavoratori prima di rivendere gli asset a un prezzo più vantaggioso.

L’affondo e’ durissimo e circostanziato: Romney – spiega la Cutter in una nota – nel corso della sua attivita’ da top manager ha causato la chiusura di piu’ di mille aziende, provocando il taglio di salari, benefici sociali e pensioni di tantissimi lavoratori. Delocalizzando anche molte imprese americane all’estero. Tutto in cambio di lauti guadagni, pari a milioni di dollari.

La replica di Romney non si fa attendere e a distanza di ore pubblica un comnicato, liquidando le pesanti accusa mossegli come ”bei discorsi” che non cancellano la verita’: ”Il bilancio economico di Barack Obama non e’ altro che una catastrofe assoluta”. Dati alla mano – afferma Romney – con Obama il numero dei disoccupati e’ passato da 22 a 24 milioni. E ancora: ”Nel gennaio 2009, mese in cui Obama e’ entrato in carica come presidente, il debito pubblico ammontava a 10.400 miliardi. Oggi supera i 15.000 miliardi”.

Che la lotta si stia gia’ facendo dura lo dimostra la reazione dei democratici, costretti a un contro-comunicato in cui si sottolinea che ”negli ultimi 22 mesi l’economia americana ha creato piu’ di 3,1 milioni di posti di lavoro nel settore privato”. Per Barack Obama, insomma, e’ giunto il momento di tuffarsi a capofitto nella campagna elettorale vera e propria.

Il presidente ha finora evitato di pronunciarsi direttamente sui candidati repubblicani. Ma ai suoi strateghi ha oramai dato indicazioni precise: colpire l’avversario piu’ credibile, Romney (”Kill Romney”), per tentare di indebolirlo ulteriormente, li’ dove l’ex governatore del Massachussetts e’ gia’ bersaglio di violenti attacchi da parte dei ”colleghi” di partito, soprattutto quelli piu’ a destra come Newt Gingrich, Rick Santorum e Rick Perry.

Ma i repubblicani si stanno rendendo conto che continuare ad attaccare Romney è deleterio. I vertici del Grand Old Party, riunitisi a New Orleans, hanno invitato a farla finita con le divisioni e le lotte intestine nel partito, invitando i vari candidati a non mettere a rischio la posizione dell’unico candidato che sembra in grado di sfidare realmente Obama: Mitt Romney.