Usa, la destra contro il piano verde di Obama: “Non crea lavoro”

Pubblicato il 15 Settembre 2011 - 19:23 OLTRE 6 MESI FA

Barack Obama (Foto LaPresse)

WASHINGTON, 15 SET – Destra all’attacco del piano ‘lavoro verde’ di Barack Obama. Le cifre parlano chiaro: il costoso programma di investimenti sulla ‘green economy‘ promosso dalla Casa Bianca non ha prodotto gli effetti occupazionali sperati.

Gli investimenti pubblici pari a 38,6 miliardi di dollari in prestiti garantiti alle aziende, secondo le attese di Obama, avrebbero dovuto creare o salvare 65mila posti di lavoro in due anni. I dati ufficiali parlano invece della creazione di appena 3.545 nuovi permanenti posti di lavoro. Lo denuncia in prima pagina il Washington Post, che traendo spunto dalla chiusura della Solyndra dei primi di settembre, ritrae un penoso bilancio delle iniziative di Obama sul fronte dell’economia pulita in questi anni.

Già due settimane fa la Fox News e i media conservatori avevano rilanciato al livello nazionale il fallimento improvviso di questa industria californiana, specializzata nella produzione di pannelli solari. Alla fine sono rimasti per strada 1100 lavoratori, malgrado Obama nel 2010 avesse prestato al management di questa azienda la bellezza di 535 milioni di dollari.

Inoltre, nel corso di diverse visite con telecamere al seguito, il presidente aveva indicato la Solyndra come un’ azienda modello, il simbolo dei suoi sforzi a favore della ‘green economy’. Una sorta di fiore all’occhiello che poi però è sfiorito miseramente, scadendo le proteste della destra che ha trovato un nuovo appiglio per accusare Obama di sprecare denaro pubblico in imprese fatiscenti.

Purtroppo per la Casa Bianca, negli ultimi tempi il mercato mondiale del settore è crollato e la concorrenza, soprattutto cinese, al momento appare imbattibile. Così ora i repubblicani della Commissione Energia della Camera sono andati all’attacco, aprendo un’ indagine sull’intera vicenda.

Inoltre vogliono vederci chiaro sul perché Obama abbia speso denaro pubblico su un impresa fortemente sostenuta anche da un miliardario filantropo californiano, George Kaiser, che è inoltre uno dei maggiori finanziatori di Obama nel ‘Golden State’. S’indaga anche se sono state seguite tutte le procedure previste dalla legge nel versamento di questa montagna di soldi. Lo scorso 8 settembre, persino l’Fbi ha fatto irruzione negli uffici di questa azienda per vedere le carte e capire se la bancarotta sia stata fraudolenta o meno.

Per ora, malgrado sia scossa dagli eventi, la Casa Bianca ha fatto sapere che continuerà a sostenere questo mercato: ”Anche se siamo addolorati per come è andata a finire questa azienda – si legge in una nota della White House – continuiamo ad avere fiducia nel settore dell’energia pulita. Una sfida che l’America può, deve e vuole vincere. Il Dipartimento dell’Energia continuera’ a finanziare altre aziende in un lavoro che dovrebbe in futuro creare migliaia di nuovi posti di lavoro”. E il problema, come Obama per primo sa, è che gli americani non sono piu’ tanto disposti ad aspettare.