Usa: la nomina del giudice della Corte Suprema potrebbe essere bipartisan

Pubblicato il 14 Aprile 2010 - 18:05 OLTRE 6 MESI FA

La Corte Suprema degli Stati Uniti

La nomina di un giudice della Corte Suprema suscita sempre forti passioni politiche negli Stati Uniti. Ma non è detto che questa volta la battaglia tra democratici e repubblicani debba per forza essere violenta.

Il ritiro del novantenne giudice John Paul Stevens, di tendenze liberal, rappresenta un test tanto per i repubblicani che per i democratici, a quanto scrive il New York Times. Entrambi i partiti, infatti, devono valutare se veramente vogliono scontrarsi su argomenti ideologici nei mesi precedenti le cruciali elezioni di medio-termine a novembre.

Dopo l’aspro scontro sulla legge per la riforma sanitaria, alcuni esponenti repubblicani si mostrano riluttanti nel dare ai democratici la possibilità di accusarli di saper fare solo ostruzionismo. Ma al contempo vogliono raccogliere la rabbia populista contro le politiche del presidente Barack Obama e temono di alienare la loro base proprio quando ne hanno più bisogno.

Con i sondaggi che indicano i democratici in calo, i repubblicani dicono di non voler necessariamente uno scontro, ed hanno indicato la possibilità che Obama possa scegliere come successore di Stevens qualcuno che anche loro possano appoggiare.

E dal canto suo anche il presidente sembra si stia orientando verso scelte intese a non provocare i repubblicani. Nondimeno, qualsiasi nomina alla Corte Suprema sollecita sempre all’azione i più convinti sostenitori da entrambe le parti, in special modo per quanto riguarda problemi quali l’aborto, le armi e la religione.

Il Family Research Council, un importante gruppo conservatore, ha lanciato un allerta ai suoi membri e chiederà ai suoi sostenitori di cominciare a mettersi in contatto con i senatori. Tom Perkins, il presidente del gruppo, ha dichiarato in un’intervista che se Obama ”sceglie qualcuno con una filosofia giudiziaria radicale, il tessuto del nostro già lacerato Paese ne soffrirà ancora di più”.

A giudizio della quasi totalità degli osservatori, i tre più plausibili candidati alla successione sono il vice-procuratore generale Elena Kagan e due giudici di corte d’appello, Diane Wood e Merrick Garland. La Kagan, considerata dai democratici la front runner, difficilmente potrebbe essere bloccata dai repubblicani per via dell’appoggio guadagnatosi tra i conservatori per aver favorito il loro ingresso quando era preside della Harvard Law School.

Il giudice Garland è considerato da democratici e repubblicani la scelta migliore e suscettibile di ottenere un appoggio bipartisan. Il giudice Wood, meno conosciuto a Washington, è favorito dai liberal ed ha scritto delibere sull’aborto e sulla religione che gli attirerebbero il fuoco della destra.