Usa. I musulmani newyorchesi si sentono perseguitati dalla polizia

di Licinio Germini
Pubblicato il 26 Agosto 2011 - 12:11 OLTRE 6 MESI FA

Preghiera di protesta di islamici a New York

NEW YORK, STATI UNITI – Mentre la polizia newyorchese dà la caccia a possibili terroristi islamici con tutti i mezzi, perfino inviando agenti sotto copertura nelle moschee, funzionari del municipio cittadino e di altre città si sforzano di stabilire buone relazioni con le comunità islamiche impegnandosi ad evitare che queste divengano oggetto di discriminazioni.

Tali sforzi di buona volontà sono in atto a Boston, Cleveland, Detroit, Minneapolis, Portland e Washington, dove vivono popolose comunità musulmane.

Ma questo dualismo di intenti provoca tensioni che sono presenti specialmente a New York, unica città americana attaccata da Al Qaeda e tuttora obiettivo di complotti terroristici. La polizia newyorchese sulle tracce dei terroristi è inoltre la più aggressiva di tutto il Paese.

”Sembra che qui esistano due tipi di autorità”, ha dichiarato all’Associated Press Zaheer Uddin dell’Islamic Leadership Council di New York, ”quella in prima linea che si mostra disposta a collaborare seriamente, e l’altra che se la prende con l’Islam e i musulmani, violando il primo emendamento costituzionale sulla libertà di espressione e mettendo a repentaglio la sicurezza di questo Paese”. Si chiede Uddin: ”Siamo cittadini come gli altri o una comunità sospetta”?

Una indagine dell’Associated Press durata un mese ha rivelato che la polizia invia giornalmente agenti sotto copertura nei quartieri delle minoranze per sorvegliare librerie, bar, caffetterie e locali notturni. Gli agenti usano anche informatori che ascoltano i sermoni nelle moschee, interrogno imam, tassisti e venditori ambulanti, questi ultimi in genere di fede islamica. La polizia ha negato che tormenta i quartieri etnici, affermando che si limita a indagare sui sospetti. Ed a suo favore si è anche espresso il sindaco Michael Bloomberg.

Ma gli islamici continuano a sentirsi sotto tiro. ”Le rivelazioni dell’inchiesta dell’Associated Press convincono i musulmani americani che sono considerati una comunità sospetta e che i loro diritti costituzionali possono essere violati con impunità”, ha dichiarato Ibrahim Hooper, portavoce del Council on American-Islamic Relations, che ha chiesto all’ AP di condurre l’inchiesta. ”Il ministero della Giustizia – ha aggiunto – deve avviare una indagine immediata sulle implicazioni per i diritti civili di queste attività spionistiche e sui loro legami con la Cia”.

Ma non tutti gli islamici di New York si lamentano. Qualche gesto di buona volontà verso di loro lo sa fare perfino la temuta polizia della Grande Mela. Racconta Mustapha Senghor, presidente dell’Harlem Islamic Cultural Center: ”Fino a non molto tempo gli agenti di polizia irrompevano nelle moschee con gli stivali ai piedi. Ora non lo fanno più, dopo l’intervento del capo della polizia, al quale abbiamo espresso i nostri più sentiti ringraziamenti”.