Violenze e saccheggi in Tunisia: ucciso parente di Ben Alì. Il Paese si prepara ad un esecutivo di unità nazionale

Pubblicato il 16 Gennaio 2011 - 14:01 OLTRE 6 MESI FA

A Tunisi, gli episodi di violenza non si placano: questa notte uno scontro a fuoco tra forze dell’ordine ha provocato tre vittime. Nella mattinata però la situazione sembra essersi in parte tranquillizzata.

A Tunisi e nella periferia gli abitanti cercano di organizzarsi in comitati di difesa. Molti gruppi di saccheggiatori e vandali sono stati  identificati: si tratterebbe di partigiani di Ben Ali o da poliziotti legati all’ex regime. Il principale sindacato del paese, l’Ugtt, ha lanciato un appello dalla televisione nazionale per la formazione di comitati di sicurezza di quartiere affinché la gente possa difendersi da sola in caso di attacchi.

Fa discutere la quarta vittima di queste ore: si tratta di Imed Trabelsi, nipote della moglie dell’ex presidente tunisino, Ben Ali, morto dopo un’aggressione a Tunisi, probabilmente all’arma bianca.

E’ morto a causa di un infarto anche il consigliere e portavoce del presidente tunisino deposto Zin el-Abidin Ben Ali, Abdelaziz Bin Dhiya. Secondo quanto riferisce la radio tunisina “Kalima” uno dei più fidati consiglieri dell’ex capo di stato, rimosso dallo stesso Ben Ali dal suo incarico nell’estremo tentativo di fermare la rivolta popolare, è morto venerdì pomeriggio. Il suo cuore si è fermato dopo aver appreso dalla tv della fuga di Ben Ali dalla Tunisia.

L’esercito tunisino ha arrestato finora circa 3mila poliziotti tunisini considerati fedeli al deposto presidente. Secondo quanto riferisce la tv araba al Jazeera, tra questi è stato fermato un gruppo di 50 agenti della guardia personale di Ben Ali che tentava di fuggire a bordo di alcuni bus verso la Libia (che sarebbero, sempre secondo la polizia, tra i responsabili dei saccheggi ai danni di negozi e delle abitazioni civili in Tunisia).

Nella giornata di ieri si sono verificati attacchi alle prigioni: il più grave, quello nel carcere di Monastir, è costato la vita a 42 detenuti, periti in un incendio; altri tentativi di attacchi a prigioni si sono verificati in altri penitenziari, fra cui anche quello più grande del paese, a Mornaguia, ad ovest di Tunisi.

Sul fronte politico, il consiglio costituzionale ha proclamato “la vacanza definitiva del potere” e la conseguente nomina di Foued Mebazaa, presidente del parlamento, al posto di presidente della Repubblica ad interim. Mebazza ha chiesto poi al premier, Mohamed Ghannouci, di formare un governo di unità nazionale dopo che ieri quest’ultimo, aveva ricevuto alcuni leader dell’opposizione, incontri che continueranno anche oggi.

infine, è ancora bloccato a Sfax un circo pugliese che da ieri chiede di poter rientrare. Una ottantina di artisti, con donne e bambini, temono per la loro incolumità.