Wikileaks: Mosca era sulle tracce dell’assassino di Litvinenko, ma Londra frenò

Pubblicato il 12 Dicembre 2010 - 18:01 OLTRE 6 MESI FA

Spunta dai ‘cable’ rivelati da Wikileaks un nuovo elemento nel giallo sulla morte di Alexander Litvinenko, la spia russa assassinata quattro anni fa in Gran Bretagna con il polonio: Mosca sapeva che a Londra vi erano persone in possesso del micidiale veleno ed erano sulle tracce dei killer della spia prima che questa fosse avvelenata.

Ma a fermarle furono le autorità britanniche che ‘rassicurarono’ i russi sul fatto che la situazione ”fosse sotto controllo”. In una nota, redatta da un membro dello staff dell’ambasciata Usa a Parigi – classificata come segreta e datata 26 dicembre 2006 – si riferisce infatti, secondo i documenti Wikileaks riportati oggi dal Guardian, di un incontro tra un ex alto funzionario della Cia e un ex agente del Kgb, due settimane dopo la morte della spia. In una cena a Parigi, riportata come ”amichevole”, tra l’ambasciatore per l’antiterrorismo Usa, Henry Crumpton, ed un rappresentante della presidenza russa, Anatoly Safonov, quest’ultimo spiego’ che ”le autorità russe a Londra erano da tempo al corrente e sulle tracce di individui in possesso di sostanze radioattive in citta’, ma che le autorità britanniche avevano assicurato che la situazione era sotto controllo”.

Nel cablogramma inviato a Washington, il diplomatico americano commentava la conversazione sottolineando che le affermazioni di Safonov lasciavano intendere che la Russia non fosse ”coinvolta nell’omicidio”, sebbene Safonov non avesse ”fornito ulteriori spiegazioni”. L’intricato caso di Litvinenko ha messo a dura prova le relazioni russo-britanniche con Londra che ha chiesto l’estradizione – per l’accusa di omicidio – dell’ex ufficiale del Kgb, Andrei Lugovoi. E Mosca che si rifiuta di concedere l’estradizione dell’ex funzionario dei servizi segreti – eletto poi al parlamento russo e quindi protetto da immunità- negando qualsiasi collegamento con la morte di Litvinenko.

Il nuovo tassello arriva a poco più di una settimana da un altro ‘cable’ rivelato da Wikileaks sulla vicenda. Quello, reso noto il 2 dicembre scorso, secondo il quale Vladimir Putin, oggi primo ministro ma all’epoca dell’omicidio presidente, non solo potrebbe essere stato a conoscenza ma potrebbe aver dato il via libera all’omicidio di Litvinenko. In un cable – partito, secondo le rivelazioni, dall’ambasciata Usa a Parigi il 12 dicembre 2006 – si riferiva a Washington di colloqui tra l’assistente segretario di Stato Usa, Daniel Fried, e il consigliere diplomatico dell’Eliseo, Maurice Gourdault-Montagne.

Colloqui – avvenuti sempre nei giorni immediatamente successivi alla morte di Litvinenko – che avrebbero visto Fried avanzare dubbi sulla possibilità che ”elementi deviati” nei servizi russi avessero potuto agire (nella morte della spia) senza l’approvazione di Putin, escludendo di fatto che il presidente russo non fosse a conoscenza della vicenda. Una visione non condivisa pero’ dal diplomatico d’Oltralpe che, invece, attribuiva ad un possibile regolamento di conti tra i servizi russi l’omicidio e tendeva a escludere che vi fosse stato un ”ordine diretto dal Cremlino”.