Wikileaks. Gli Usa: “Yemen collabora contro al Qaeda. Saleh vecchia volpe”

Pubblicato il 4 Dicembre 2010 - 08:05 OLTRE 6 MESI FA

Lo Yemen ha collaborato con gli Stati Uniti nella lotta alle cellule di Al Qaida nella Pensiola Araba (AQAP). Ma lo ha fatto a modo suo, in trattative portate avanti personalmente dal presidente yemenita Ali Abdullah Saleh. E’ quanto emerge dai cablogrammi diplomatici americani pubblicati da Wikileaks e diffusi dal New York Times, che dipingono di volta in volta il presidente yemenita come collaborativo ma bizzarro, stravagante, irriverente.

Una ”vecchia volpe”, scrive il New York Times riportando alcuni dei documenti classificati inviati a Washington dall’ambasciatore americano in Yemen, Stephen Seche. Il quale scrive a Washington di un colloquio avuto nel 2009 a Sanaa tra il presidente Saleh e il consigliere del presidente Obama sull’Antiterrorismo, John Brennan, avvenuto subito dopo due bombardamenti americani in territorio yemenita.

”Il territorio dello Yemen – dice Saleh a Brennan – è disponibile ad operazioni antiterrorismo condotte in modo unilaterale dagli Stati Uniti. Ma ad un patto: che se poi c’e’ un attacco contro l’Occidente, non sia colpa mia”. ”Noi – aggiunge – continuiamo a dire che le bombe sono nostre, non vostre”. All’incontroè presente anche il vice primo ministro yemenita, Rashad al-Alimi. Che – riferisce l’ambasciatore nel suo dispaccio – assicura Brennan in questi termini: ”le bombe americane trovate sul luogo (dei bombardamenti) possono sempre essere spiegate come nostro equipaggiamento acquistato dagli Stati Uniti”.

In un altro documenti l’ambasciatore sottolinea con preoccupazione come, nelle settimane successive al fallito attentato di Natale sul volo Amsterdam-Detroit del 25 dicembre 2009, ci sia stato in Yemen un aumento percentuale significativo di cittadini americani arrestati: sette in sette settimane. Infine l’ambasciatore riferisce dell’incontro che Saleh ha avuto il 2 gennaio 2010 con il comandante delle forze Usa in Afghanistan, generale David Petraeus. Due giorni dopo ne riferisce a Washington in questi termini: ”Sottolineando i problemi dello Yemen nel combattere il traffico di armi e droga, Saleh ha detto al generale Petraeus che l’assistenza navale americana e’ insufficiente per coprire i circa 2.000 chilometri di coste dello Yemen.’Perché non fare in modo che Italia, Germania, Olanda, Giappone, Arabia Saudita e Emirati Arabi non forniscano due navi da pattuglia ciascuna?’. Il generale – continua il dispaccio dell’ambasciatore Usa – ha detto a Saleh che due navi da pattuglia da 87 piedi, pienamente equipaggiate e destinate allo Yemen, erano già in costruzione e che sarebbero giunte in Yemen entro l’anno”.