Yahoo!, arrestate spie russe. “Sono gli hacker degli account email”

di redazione Blitz
Pubblicato il 16 Marzo 2017 - 06:20 OLTRE 6 MESI FA
Yahoo!, 4 spie russe arrestate: "Sono gli hacker degli account email"

Yahoo!, 4 spie russe arrestate: “Sono gli hacker degli account email”

WASHINGTON – Violazioni degli account Yahoo! nel 2014, il dipartimento di giustizia americano punta il dito contro due spie russe dell’Fsb, i servizi eredi del Kgb, e due hacker che lavoravano per loro, uno russo e l’altro kazako-canadese.

Quella compiuta contro i 500 account email del colosso di Marissa Mayer è considerata la più grande violazione di dati della storia, aggravata dalla successiva scoperta che l’anno prima era stato hackerato oltre un miliardo di profili, ma finora non è stato accertato un legame tra le due vicende.

E’ la prima volta che gli Stati Uniti muovono accuse penali per cyber reati contro dirigenti russi, anche se in passato hanno incriminato hacker di quel Paese.

A fine dicembre invece l’allora presidente Barack Obama aveva deciso sanzioni contro i russi per le interferenze nelle elezioni, colpendo tra l’altro quattro ufficiali del Gru, i servizi segreti militari russi.

Ed è proprio a colpi di sanzioni e accuse penali che Washington pensa di scoraggiare futuri hackeraggi. Anche perché non ha un trattato di estradizione con la Russia, che peraltro è velleitario pensare consegni alla giustizia statunitense i suoi 007.

Mosca ha già reagito, anche se attraverso una fonte anonima: “Washington non ci ha contattato attraverso i canali stabiliti per risolvere i problemi di cyber-sicurezza”, ha fatto sapere, ipotizzando che si tratti “solo di un altro tentativo di usare gli ‘hacker russi’ nella battaglia politica interna”.

Nel mirino dei quattro hacker (che avrebbero avuto accesso anche ad account di Google e altre società web) materiale legato alla sicurezza e a personale diplomatico, governativo, militare e commerciale americano. Ma tra le vittime spuntano anche giornalisti e dirigenti governativi russi, nonché dipendenti di un’importante azienda russa di cybersecurity e di una banca d’investimenti russa, dove era impiegato sotto copertura uno dei due 007, Igor Sushchin, 43 anni.

Con lui lavorava Dmitri Dokuchaev (33 anni), al centro per la cyber sicurezza dell’Fsb e noto come hacker con il nomignolo ‘Center 18’: secondo i media russi, è stato arrestato a Mosca in dicembre con l’accusa di tradimento per aver passato informazioni alla Cia.

La coppia di 007, secondo l’accusa, ha “protetto, diretto, agevolato e pagato hacker criminali” per condurre cyber attacchi negli Stati Uniti e in altri Paesi, tra cui Francia e Svizzera. In particolare si sarebbe servita di due pirati informatici.

Il più importante è Aleksiei Belan, 29 anni, noto come ‘Magg’, nato in Lettonia ma cittadino russo: è nella lista Fbi dei cyber criminali più ricercati ed è già stato accusato due volte in precedenza per intrusioni in tre grandi società hi-tech in Nevada e California nel 2012 e nel 2013.

Arrestato in Grecia su richiesta americana, è riuscito a scappare in Russia, dove è protetto dalle autorità, secondo gli Stati Uniti. Avrebbe capitalizzato anche la ‘vendita’ di oltre 30 milioni dei profili rubati per una campagna spam.

Più marginale pare il ruolo di Karim Baratov, 22 anni, nome in codice ‘Kay’, nato in Kazakistan ma cittadino canadese. E in Canada è stato arrestato per aver violato un’ottantina di account.

“Oggi continuiamo ad alzare il velo dell’anonimato intorno ai cyber crimini”, ha commentato il direttore dell’Fbi, James Comey. Lunedì, quando testimonierà al Congresso, ci si attende che Comey alzi il velo anche sul Russia-gate, ossia i presunti hackeraggi russi durante le elezioni americane, i presunti contatti con la campagna di Donald Trump e le intercettazioni di cui il tycoon ha accusato Obama, dicendosi “fiducioso” che il Dipartimento della giustizia fornirà le prove. Ma oggi la commissione intelligence della Camera ha detto non avere alcuna evidenza del genere.