Cinguetta l’allodola, “messaggera del mattino”

Pubblicato il 2 Marzo 2010 - 16:36 OLTRE 6 MESI FA

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Se sentite il canto di un uccello alle prime luci dell’alba forse è un’allodola: questo uccello è stato infatti ribattezzato da William Shakespeare “la messaggera del mattino”.

L’allodola canta fin dai primi giorni della primavera, sollevandosi quasi verticalmente sino a una altezza tale che il suo corpicino quasi scompare nel cielo: dall’alto lancia una cascata di suoni simili a un crescendo musicale. Poi, chiuse le ali, si lascia cadere a perpendicolo come corpo morto fin presso il suolo; infine risorge ricominciando a cantare.

La figura dell’allodola ricorre spesso sia nella letteratura che nella musica. Percy Bysshe Shelley le ha dedicato un’ode: “To a Skylark” (Ad un’allodola): « Salute a te, o spirito di gioia! / Tu che non fosti mai uccello, e dall’alto / del cielo, o vicino, rovesci / la piena del tuo cuore in generose / melodie di un’arte non premeditata. / Sempre più in alto, in alto ti vedo / guizzare dalla terra , una nube di fuoco, / e percorri con l’ali l’infinito azzurro, / ti levi nell’aria cantando, /e librandoti alta ancora canta. / … ».

Anche Dante la cita nel Paradiso: «Quale allodoletta che’n aere si spazia / prima cantando, e poi tace contenta / dell’ultima dolcezza che la sazia, / tal mi sembiò l’imago della ‘mprenta / … ».

“Skylark” è anche una canzone scritta nel 1941 da Hoagy Carmichael e Johnny Mercer. Il brano è stato più volte rivisitato, soprattutto da jazzisti: eccolo eseguito dal sassofonista Scott Hamilton e nella versione di un altro sassofonista, Lee Konitz.

Skylark è anche il nome di un gruppo che nel 1972 ebbe grande successo in Canada con la canzone “Wildflower”.