Rassegna stampa. Alcoa, scontri violenti a Roma. Befera: “Evasione piaga dell’Italia”

Pubblicato il 11 Settembre 2012 - 09:19 OLTRE 6 MESI FA

Alcoa, spiragli dopo gli scontri. Il Corriere della Sera: “Scontri violenti tra i lavoratori sardi Alcoa sbarcati a Roma e le forze dell’ordine”. Il groviglio elettorale. Editoriale di Giovanni Sartori:

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“Un Paese democratico funziona anche perché si è data una buona legge elettorale, una legge che a sua volta produce un sistema politico che funziona.
Noi siamo decollati, nel 1948, da un normale sistema proporzionale che era esposto a due rischi: approdare a un eccesso di frammentazione (troppi partiti), e anche a troppe crisi di governo (troppi governi troppo brevi: «governicchi», secondo Panebianco). Ma la presenza del Partito comunista moderò questi difetti. Il voto si concentrò sulla Dc, e i cosiddetti governicchi duravano sì poco, ma per trent’anni furono sempre nelle mani delle stesse persone, come prestabilito dal ben noto «manuale Cencelli», che curava la rotazione delle cariche interne della Dc”. 

Intervista di Fabrizio RonconeStefano Fassina, 46 anni, responsabile del settore Economia e lavoro del Pd:

“Io dico che l’agenda Monti va modificata. Anche perché, faccio notare, l’anno prossimo, secondo le previsioni del Fondo monetario internazionale, il debito pubblico italiano, come quello di tutta l’area euro, sarà più elevato di quello del 2011, a causa della recessione determinata da un rigore cieco”. 

Tasse.  Le parole del direttore dell’agenzia delle Entrate, Attilio Befera:

“La grande piaga del nostro Paese è l’evasione, che fa da sponda ad altre piaghe come la corruzione e il riciclaggio. Il Presidente Monti, che ha ben chiaro questo, ha dotato le strutture che operano contro l’evasione di ulteriori e incisivi strumenti, e in tutti i suoi interventi ha sempre ribadito la necessità di eliminare questo male, che impedisce al nostro Paese di crescere. Noi gliene siamo grati”. 

La Repubblica 11.9.12

La Repubblica: “Alcoa, esplode la rabbia operaia”. I doveri di un governo. Editoriale di Chiara Saraceno:

Per approfondire:  Alcoa, l’affondo di Gigi Riva: “Sulcis alla fame, colpa di politici di B”

“Ovvero che: «Il lavoro non è un diritto. Bisogna meritarselo, anche con il sacrificio». Di sacrifici dei lavoratori, specie manuali, è purtroppo piena la storia anche recente, anche di ieri, con l’operaio di Taranto ustionato gravemente mentre lavorava a mettere a norma uno degli impianti più scandalosamente pericolosi del nostro paese. Di fronte alla crescita inarrestabile della disoccupazione, cui si unisce quella della inattività per scoraggiamento e disperazione, nessuno, tanto meno chi governa, può permettersi di dire alternativamente che non c’è nulla da fare e che se non si ha lavoro è perché non lo si merita abbastanza. Il problema del mercato del lavoro italiano, della disoccupazione giovanile che non rallenta, della disoccupazione dei quaranta-cinquantenni, delle donne che non ce la fanno a tenere insieme il doppio carico di lavoro pagato e non pagato, in una situazione in cui i pochi servizi disponibili vengono ridotti e i datori di lavoro hanno sempre più il coltello per il manico, non dipende certo dal fatto che tutti questi soggetti non si meritano abbastanza un posto di lavoro decente. Non vorrei che, dopo l’ottocentesca distinzione tra poveri meritevoli e immeritevoli, ora se ne inventasse una analoga per i lavoratori, per nascondere così le responsabilità sia della politica che dell’imprenditoria e della finanza per la crisi economica in cui ci troviamo e le crescenti disuguaglianze che sta producendo”.

La maledizione della fatwa che mi ha cancellato la vita. Articolo di Roberto Saviano:
“Pagine che dovrebbero essere lette soprattutto da chi in questi anni con enorme facilità ha descritto la sua condanna come un escamotage mediatico utile a vendere libri, o ha contribuito a metterla in dubbio con frasi del tipo «Rushdie è presente a tutti i party», o ancora «è sotto scorta ma è un grande amante della vita e delle donne» e banalità del genere ripetute come litania. Così, quella che ti trovi a vivere è una doppia condanna. Da un lato scappi da chi ti ha condannato a morte e cerchi comunque di continuare a vivere, dall’altro sarai inviso a una parte della società che trova disdicevole che un perseguitato possa avere una vita pubblica e privata. Ma in fondo sai che la tua vera colpa è essere ancora vivo”.
Cronaca. Milano: spari in strada, uccisa una coppia. Articolo di Simone Bianchin e Massimo Pisa:
“Sette spari alle otto di sera, tra le auto parcheggiate e il passeggio sui marciapiedi di Porta Romana, zona tra le più vive e glamour di Milano. Sette colpi di pistola scaricati addosso a una famigliola che si godeva la luce del tramonto. Tre colpiscono alla testa Massimiliano Spelta, 43 anni, piccolo imprenditore, mantovano di Quistello: resta secco sull’asfalto, morto prima dell’arrivo delle ambulanze. Un altro proiettile centra alla nuca la sua compagna, stroncandone la fuga: Carolina Sulejni Payano Ortiz, avvenente 21enne di Santo Domingo, cade sull’asfalto di via Muratori con in braccio la figlia di 2 anni, Silvia, che per puro miracolo non viene sfiorata dal piombo e, terrorizzata, riporta solo qualche graffio”.
Il Giornale 11.9.12

Il Giornale. Perché Berlusconi tace. Editoriale di Vittorio Feltri:

“Passano i giorni,l’autunno si av­vicina col suo carico di proble­mi occupazionali, il Pil è una frana, ma i partiti non danno segni di ravvedimento e continuano, ma­niacalmente, a coltivare i vizi a causa dei quali hanno perso la fiducia dei cittadi­ni. Da otto mesi e più, essi trattano per modificare la legge elettorale e non han­no combinato niente. Non parliamo poi delle alleanze, degli apparentamenti, delle coalizioni indispensabili per tenta­re di formare una qualsivoglia maggio­ranza. Le chiacchiere sono tante ma non si sa ancora come saranno gli schiera­menti che si presenteranno alle elezioni del 2013”. 
 
Il Fatto Quotidiano: “Alcoa, scontri a Roma. Il governo scherza con il fuco”. Oddio, una notizia! Editoriale di Marco Travaglio:
“Se ogni tanto ci occupiamo di Pierluigi Battista non è perché egli abbia un peso determinante nel panorama dell’informazione mondiale. Ma perché è uno dei capostipiti di un nuovo genere giornalistico che ha preso piede nell’ultimo ventennio: il giornalista spannometrico, che fa programmaticamente a meno dei fatti. Il desertificatore di Notizie. Il giornalista a prescindere. Negli annali della stampa italiana, non si ricorda una sola notizia portata da Battista. Il quale anzi se ne guarda bene e se ne vanta. E se per caso, a sua insaputa, gli capita d’incontrarne una, la incenerisce col napalm o fugge via a gambe levate, con la faccia da urlo di Munch. Quando lo invitano in tv a commentare un fatto, lui premette subito “non voglio entrare nel merito, però…”, “non conosco le carte, però…”, “non ho letto i documenti, però…”. Però vai a casa a studiare, gli direbbe il conduttore in un paese civile e smetterebbe di invitarlo finché non assicuri di essersi preparato su un tema a piacere. In Italia invece è l’ospite ideale: lo appoggi su una poltrona, un tavolino, uno sgabello, uno scaffale, tipo pianta grassa, e fa la sua parte dispensando banalità da bar sport. Non sporca, non disturba, dove lo metti sta”.
Intervista di Emiliano Liuzzi a Giovanni Favia:
“È convinto che fossi pronto a passare con il Pd, e che per quello lavorassi. Mi considera ambizioso. Ma il problema del Movimento non sono io, ma Casaleggio. È la sua smania di controllare tutto e tutti. Soprattutto le candidature per le politiche. Doveva partire una nuova piattaforma Internet per decidere i candidati, ma nessuno l’ha vista. Quello che doveva diventare uno strumento per decidere i candidati on line non esiste”.
La Stampa 11.9.12

La Stampa: “Alcoa, dopo gli scontri l’attesa”. Perché da noi il salvataggio è impossibile. Editoriale di Luca Ricolfi:

“Come si fa a non stare dalla parte dei lavoratori dell’Alcoa? Non è certo colpa dei salari operai se la multinazionale americana sta chiudendo alcuni stabilimenti non solo in Sardegna, ma in Europa (dismissioni sono in corso anche in Spagna).
Ma la vera domanda viene a questo punto: posto che una volta tanto il costo del lavoro, la produttività, l’assenteismo, gli scioperi non c’entrano nulla, che cosa si può fare? Per rispondere bisogna ricapitolare alcuni dati di fondo della situazione dell’Alcoa”. 
“Io, hacker per curare il mio tumore”. Scrive Anna Masera:
“Ha un tumore al cervello e ha scelto di pubblicare la sua cartella clinica su Internet per chiedere un consulto pubblico a tutti i medici disponibili a curarlo: un’iniziativa senza precedenti in Italia. Peccato che per farlo abbia dovuto comportarsi da hacker, perché il dischetto che conteneva i suoi dati era in un formato bloccato, non condivisibile in Rete. Salvatore Iaconesi, 49 anni, artista digitale e docente universitario di nuovi media, di formazione ingegnere, è una persona mite e gentile, ma un vulcano di idee e impegnato in prima persona nella ricerca dell’avanguardia, sconfinando dal personale al politico e viceversa”.
Il Sole 24 Ore: “Gelata sulla ripresa, Pil a -2,6%”. Una politica per l’industria. Editoriale di Fabrizio Forquet:
“Una cosa è certa: non è con la violenza che si costruirà un futuro possibile per l’Alcoa e per i suoi lavoratori. I sindacati farebbero bene a isolare e condannare subito chi ieri a Roma ha incendiato la piazza. Lo stato d’ansia del Paese, alle prese con la fase più dura della crisi dell’economia reale, non può permettersi un’escalation della tensione. Servono nervi saldi. Chiunque oggi è in posizioni di responsabilità deve aiutare a trovare soluzioni, non gettare benzina sull’incendio. Ed è il Governo, insieme ai sindacati, il primo a dover esercitare con chiarezza le sue responsabilità. Nelle prossime ore e giorni il ministro Passera verifichi ogni strada possibile per dare risposta ai 500 operai interessati”.

 Il Messaggero: “Alcoa, scontri a Roma”. Corruzione, perché è urgente la legge. Editoriale di Marco Ferrante:

“Secondo la Corte dei Conti la corruzione in Italia vale 60 miliardi di euro all’anno, quasi 4 punti di prodotto interno lordo. Secondo stime della Commissione europea i 60 miliardi italiani valgono la metà del totale della corruzione europea valutata in 120 miliardi di euro (l’un per cento del pil dell’Unione). È un trasferimento di ricchezza dall’economia produttiva a quella improduttiva. Per gli italiani la corruzione è una tassa implicita da mille euro a persona, bambini compresi. Mentre per le imprese estere che investono in Italia – lo ha ricordato il ministro della Giustizia Paola Severino – è una tassa pari al 20% degli investimenti effettuati. E la capacità del nostro sistema giudiziario di contrastare economicamente il fenomeno è limitatissima. Nel 2011 di quei 60 miliardi di euro – dice ancora la Corte dei Conti – solo 90 milioni sono stati recuperati con sentenze di primo e secondo grado”.

Vaso cade dal balcone al sesto piano tredicenne muore sull’Appia nuova. Articolo di Marida Lombardo Pijola:

“È bastato un schizzo di tempo, e lo scempio non ha prodotto alcun rumore. Il vaso di coccio di una pianta grassa che silenziosamente rotola nel vuoto dal parapetto di un balcone, un tredicenne coi bermuda e le scarpe da ginnastica di tutti i tredicenni che silenziosamente si accascia e scivola giù come un fantoccio, un gorgo di sangue bruno che silenziosamente gli zampilla dal capo all’improvviso.
E in pochi istanti gli bagna il volto, e diventa copioso, e allaga il marciapiedi di via Appia, e gli occhi di Christian sono chiusi sul buio, e Christian non geme, non ritorna, non c’è più”. 

Per approfondire: Roma: vaso cade dal balcone, ragazzino di 13 anni viene colpito e muore