Alessandra Mussolini: “Bruno Vespa è mio zio”. Rilancia bufala per Strasburgo?

di Redazione Blitz
Pubblicato il 3 Luglio 2014 - 10:31 OLTRE 6 MESI FA
Alessandra Mussolini: "Bruno Vespa è mio zio". Rilancia bufala per Strasburgo?

Alessandra Mussolini (LaPresse)

ROMA – Alessandra Mussolini, da martedì 2 luglio eurodeputata, evidentemente desidera a tutti i costi essere imparentata con Bruno Vespa: d’altronde il giornalista Rai è durato assai più d’un ventennio e campando assai meglio.

Come che sia, la Mussolini s’è lasciata intervistare a “La Zanzara”, su Radio24, ed è tornata su una vecchia diceria che aveva già sfruttato anni fa: Vespa figlio illegittimo di Benito Mussolini, nonno di Alessandra Mussolini. “È uguale, è simile, un figlio sfuggito – ha scandito la Mussolini – Dato che ho fatto la legge sui figli naturali, abbiamo messo in regola pure lui”. Ma lui ha sempre negato, obiettano i conduttori: “Sì, certo. Ma è una questione di dna, si vede in faccia, dai tratti intorno agli occhi che è uguale al nonno”.

Scrive Marco Palombi sul Fatto:

Anni fa, per la precisione nel 2005, la mise diversamente: “Vespa è mio zio”, disse a Piero Chiambretti: “Lui è del ramo con i nei, io sono del ramo senza”. Fu l’emersione di una vecchia leggenda romana, fantasiosa quanto pervicace: secondo questo racconto, Bruno Vespa nato a L’Aquila a fine maggio del 1944 – fu concepito nel luglio 1943, mentre il Duce era prigioniero a Campo Imperatore dopo essere stato messo in minoranza dal Gran Consiglio. A sfruculiare il giornalista Rai aveva iniziato “Striscia la notizia”, poi era arrivata l’ammissione familiare della Mussolini, infine il sigillo dello storico. Giordano Bruno Guerri, sul Giornale, citò un presunto scritto del Duce che ricordava la tristezza di quei giorni a Campo Imperatore: “Tristezza mitigata – dice – dal conforto di una gentile signora Vespa”. E lì ilo mite Bruno perse la pazienza: mia madre – mise a verbale – non ha mai lavorato nell’albergo dove fu portato il Duce e che i suoi genitori si sposarono il 24 luglio 1943, il giorno prima della caduta del fascismo. Conclusione: “Lascio all’intelligenza del lettore (in assenza di quella dei colleghi) valutare la verosimiglianza di una deportazione di mia madre a Campo Imperatore con il velo addosso”. Seguì imbarazzata smentita di Guerri: “Nell’opera omnia di Mussolini il nome della signora Vespa non appare. La leggenda nacque in un convegno ma non è mai stata verificata”.

Ora, come detto, la figlia di Romano Mussolini e nipote di Sofia Loren è tornata sull’argomento: il capo del fascismo e la più famosa attrice italiana (nonché un marito noto alle cronache) non bastano ad appagare il desiderio di parentela dell’eurodeputata del Ppe. Vuole il Bruno della Rai. Forse è per via del fatto che i colleghi a Strasburgo storcono il naso a sentire il suo cognome: vuoi mettere quanto farebbe più fino chiamarsi Vespa?