ROMA – Andrea Vecchio, deputato di Scelta Civica, contro tutti sulla questione del taglio degli stipendi a commessi e dipendenti della Camera. Il deputato, 74 anni, si dissocia dalla maggioranza che quel taglio lo ha votato compatto. E lo fa, non perché non voglia il tetto ma perché lo giudica un provvedimento ridicolo visto che il tetto è considerato al netto dei contributi previdenziali.
Vecchio, in particolare, è durissimo con il presidente Laura Boldrini accusata in sostanza di difendere stipendi di persone incompetenti.
Scrive, in un pezzo firmato dalla Redazione, il Fatto Quotidiano:
E ora, sui tagli agli stipendi annunciati da Montecitorio, Vecchio se ne frega del voto compatto della maggioranza e non si mette i guanti: “E’ intollerabile che il tetto dello stipendio verrà considerato al netto dei contributi previdenziali e delle varie inspiegabili indennità di funzione e con l’introduzione di un incentivo di produttività per i dipendenti che lo abbiano superato. Il che significa che molti dipendenti Camera senza alcuna preparazione specifica continueranno a superare abbondantemente il famoso tetto dei 240mila euro annui. Vale a dire che un commesso con qualche decina d’anni di servizio, guadagnerà ancora più del presidente del Consiglio dei ministri, più di un astronauta, di un primario di chirurgia oncologica o di un ingegnere.
Insomma, se possibile sarà ancora peggio di prima, perché al danno si è unita la beffa”. Insomma, è ”una vergogna per precari, disoccupati, sottoccupati, cittadini che stentano ad arrivare alla fine del mese e che si vedono raggirati dai dipendenti della Camera e da chi ha votato questi presunti tagli ai loro stipendi”. Per Vecchio “sono centinaia i protetti dalla politica, ridicolmente vestiti in livrea come dei camerieri, grottescamente remissivi e servizievoli con i cosiddetti onorevoli, che per questa loro mansuetudine bovina percepiscono buste paga da sogno senza avere alcuna competenza che le giustifichi.
Anzi, i dipendenti Camera sono assolutamente improduttivi. Tuttavia, non sapremo mai quanto sono inutili e impreparati, perché la valutazione sulla propria professionalità per ottenere gli scatti dello stipendio, la fanno internamente. Insomma, è evidente che alla Camera dei deputati, trasparenza e obiettività sono due principi cardine”.
Da Vecchio si dissocia il partito, mentre Laura Boldrini, chiamata in causa, risponde piccata. Ancora il Fatto:
Ovviamente il suo partito, Scelta Civica, si dissocia: “Parla a titolo personale”. Anche per via della reazione della presidente della Camera Laura Boldrini secondo cui il deputato di Scelta Civica si mostra “disinformato sulla competenza dei dipendenti” e “si permette espressioni offensive con le quali” “non esita a gettare fango su chi lavora per le istituzioni”. Il Parlamento, ha fatto sapere Boldrini in una nota, è impegnato “in una delicata azione di riordino delle retribuzioni dei dipendenti”, che “incide in modo profondo sugli stipendi”.
E nonostante ci sia chi la pensa legittimamente in modo diverso, “nessuna differenza di opinione può legittimare le parole che di Andrea Vecchio”. Boldrini sottolinea la delicatezza di un’azione “che in tanti giudichiamo indispensabile, anche per mettere il Parlamento in maggiore sintonia con la fase difficile che il Paese sta attraversando. E’ una manovra che incide in modo assai profondo sugli stipendi dei dipendenti, ma certissima di rappresentare il sentire dell’intera Assemblea di Montecitorio, riaffermo la massima stima per tutte le donne e gli uomini che mettono al servizio della Camera la loro professionalità e la loro dedizione”. Anche la vicepresidente di Montecitorio Marina Sereni (Pd) fa da scudio: Vecchio, dice, “usa espressioni volgari e spara nel mucchio”.
Chi è Andrea Vecchio. Di certo non è uno “scalmanato” o un estremista. Vecchio, però, non è nuovo a sortite dure anche nei confronti del suo gruppo parlamentare. Così il Fatto Quotidiano riassume il suo percorso professionale e politico:
Imprenditore edile anti-racket, Vecchio ha cominciato a girare le scuole per lezioni di legalità dopo che la sua azienda ha subito una serie di attentati mafiosi. A 74 anni è stato convinto a entrare in politica sulla scia di Mario Monti e dopo un anno e mezzo ha definito “mortificante” l’esperienza parlamentare: “Non mi sono mai sentito più inutile”. Si muove sempre molto “liberamente” sulle diverse questioni: per esempio impallinò un altro montiano, Lorenzo Dellai, candidato alla commissione Antimafia: “Non lo voto, per certe cose serve competenza”. Nominato assessore in Sicilia da Raffaele Lombardo disse: “In Sicilia le cose non funzionano perché ogni cosa in questa Regione si muove in funzione del clientelismo e del voto di scambio”. Dopo tre mesi gli fu revocata la nomina: “Finito il vincolo fiduciario).
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