Andreas Lubitz, prima di lui 12 piloti suicidi: 547 morti

di Redazione Blitz
Pubblicato il 14 Marzo 2016 - 12:36 OLTRE 6 MESI FA
Andreas Lubitz, prima di lui 12 piloti suicidi: 547 morti

Andreas Lubitz, prima di lui 12 piloti suicidi: 547 morti

ROMA – Andreas Lubitz, prima di lui 12 piloti suicidi: 547 morti. Non solo Andreas Lubitz. Prima di lui e della sua follia omicida che costò la vita alle 150 persone a bordo dell’aereo Germanwings ci sono stati altri casi di piloti che hanno mostrato intenzioni suicide durante il volo. Solo due mesi prima del caso Lubitz, infatti, qualcosa di potenzialmente analogo era avvenuto a bordo di un aereo di un’altra compagnia tedesca, la Condor. Qui a volere la strage fu il copilota come nel caso della Germanwings, ma il pilota riuscì a neutralizzarlo e a compiere un atterraggio di emergenza in sicurezza.

Eppure, stando a quello che scrive per Il Messaggero Mauro Evangelisti, di piloti impazziti in 35 anni ce ne sono stati ben 12. Dodici killer che hanno causato in tutto ben 574 morti.

Bene, il dato colpisce: negli ultimi 35 anni sono stati 12 i disastri aerei di quel tipo e hanno causato 424 vittime. Se nel bilancio si aggiunge il caso Germanwings, il conto finale di morti causati da problemi psicologici di membri dell’equipaggio arriva a 574.

IN PORTOGALLO
L’ultimo evento di questo tipo – prima della tragedia causata da Andreas Lubitz il 24 marzo 2015 – come detto è di poco più di due mesi prima. Il 18 gennaio 2015 un Airbus 320 della Condor stava volando non lontano da Lisbona quando il comandante si accorse che il copilota non era più lucido. Decise per una atterraggio di emergenza a Faro, il copilota fu ricoverato in ospedale ed emersero problemi psichiatrici presenti già da tempo. Il 29 novembre del 2013 33 persone morirono in Namibia, in Africa: il comandante di un volo Lam, approfittando del fatto che il copilota si era assentato dalla cabina, fece precipitare l’aereo. Anche in quel caso le indagini verificarono che il copilota tentò disperatamente di rientrare, ma la porta della cabina era chiusa.

CRISI RELIGIOSA
Il 27 marzo 2013, un Airbus 320 di una compagnia americana, la Jetblue: un caso che, se il tema non fosse tanto drammatico, farebbe venire in mente un film demenziale. In quel caso per fortuna non vi furono vittime, ma il comandante dopo il decollo da New York con destinazione Las Vegas iniziò a parlare con il copilota di religione, a pronunciare un lungo e sconclusionato sermone. Il copilota, quando il comandante in evidente stato confusionale andò alla toilette, chiese aiuto a un altro pilota non in servizio presente a bordo. Mentre tra i passeggeri il comandante ripeteva «ci sono 150 anime in questo volo», riuscì ad atterrare ad Amarillo, in Texas.

NELL’OCEANO
Nella lista delle tragedie causate da volontà suicida del comandante il più grave resta il caso del volo Egyptair: il 31 ottobre 1999 un copilota, in assenza del comandante e di un altro membro dell’equipaggio, fece precipitare nell’Oceano un Boeing 767 con 217 persone a bordo, non vi furono superstiti. Nel 1997 154 persone morirono su un Boeing 737 della Silk Air, in Indonesia: dai dati a disposizione è probabile che a causare il disastro fu un’azione volontaria di un membro dell’equipaggio.

MISTERO MALAYSIAN
​Va anche ricordato che nella lista, secondo una ipotesi ancora da dimostrare, potrebbe essere aggiunto il mistero del volo Mh370 della Malaysian Airlines, sparito nel nulla l’8 marzo 2014 con 239 persone a bordo. Il relitto non è ancora stato trovato, tra le teorie prese in considerazione l’azione volontaria del comandante o del copilota.