Annunziata, Fazio e Raitre troppo rossa: timbro Agcom sulla protesta di Brunetta

di Redazione Blitz
Pubblicato il 26 Luglio 2013 - 17:22 OLTRE 6 MESI FA
Annunziata, Fazio e Raitre troppo rossa: timbro Agcom sulla vendetta di Brunetta

Annunziata, Fazio e Raitre troppo rossa: timbro Agcom sulla vendetta di Brunetta (LaPresse)

ROMA – L’Agcom, l’Autorità garante sulle comunicazioni, ha dato ragione a Renato Brunetta, capo dei deputati pdl: su Raitre, almeno su Raitre, il centrodestra è penalizzato. In particolare, nelle trasmissioni di Fabio Fazio e di Lucia Annunziata c’è troppo Pd:

«All’esito dell’istruttoria – si legge in una nota dell’Agcom – avviata su esposto del capogruppo del Pdl alla Camera Renato Bru­netta per verificare il rispetto dei principi di parità di acces­so e pl­uralismo politico nei pro­grammi In mezz’ora e Che tem­po che fa, l’Autorità per le co­municazioni ha ordinato di rie­quilibrare garantendo una maggior presenza di esponen­ti del Pdl per il prossimo ciclo 2013-2014».

Assolto da accuse di faziosità Ballarò di Giovanni Floris. Brunetta aveva passato in rassegna i programmi di Annunziata e Fazio. Esaminando In Mezz’ora, trasmissione del mirino del Pdl da quando – a metà marzo – la conduttrice aveva bollato come “impresentabili” i parlamentari pidiellini,

«nel periodo compreso fra il 7 ottobre 2012 e il 9 giugno 2013, su 29 puntate trasmesse, ben 14 hanno ospitato interlo­cutori appartenenti al Pd o co­munque riconducibili all’area del centrosinistra, mentre in sole due puntate è stato ospita­to il segretario del Pdl Angeli­no Alfano».

Mentre Che Tempo Che Fa

«Nel periodo compreso fra il 30 settembre 2012 e il 26 maggio 2013, su 60 puntate trasmesse, sono stati ospitati – sottolineava Brunet­ta – ben 20 esponenti apparte­nenti al Pd o comunque ricon­ducibili alla coalizione di cen­trosinistra, mentre soltanto 4 sono stati gli esponenti presen­ti appartenenti alla coalizione di centrodestra».

Brunetta, non pago, ha passato al setaccio anche il programma mattutino Agorà, presentando un altro esposto all’Agcom e un’interrogazione alla Commissione di Vigilanza sulla Rai per

«denunciare la violazione dei principi del pluralismo dell’informazione del programma Agorà, in onda su Rai Tre, e per chiedere interventi contro le palesi violazioni segnalate». Secondo l’esponente azzurro, su 186 puntate della trasmissione «i soggetti politici appartenenti all’area del centrosinistra hanno totalizzato 291 presenze, pari al 45,9% delle presenze totali. Gli ospiti di centrodestra hanno raggiunto 222 presenze, pari al 34,3%».

Il Giornale esulta per la vittoria del Pdl:

“Ora Brunetta si rivolge al di­rettore della Rai Luigi Gubito­si: «Come commenta la deci­sione dell’Agcom? Siamo mol­to curiosi visto che lo scorso 25 giugno, durante un’audizione alla Commissione di vigilanza Rai, aveva detto che plurali­smo non significa usare il bilan­cino con estrema precisione e avere il 99 per cento di accura­tezza». Le proporzioni, però so­no ben altre. «E questo – secon­do il senatore Augusto Minzoli­ni, ex direttore del Tg1 – dimo­stra che in Rai continua a esse­re prevalente una certa cultura di sinistra». È la vecchia egemo­nia comunista che non muore mai”.

Il quotidiano della famiglia Berlusconi però si rende conto che di dispar condicio in favore dei “rossi” si può parlare solo su Raitre. Per quanto riguarda gli altri cinque canali più visti dagli italiani, il centrodestra non può lamentarsi:

“Per carità, si sa che nella geografia Rai, la terza rete era ed è terra di giornalismo rosso ed è altrettanto vero che una certa forma di riequilibrio può essere immaginata nel conte­sto di tutte le reti, ma l’Agcom vuole ripristinare una rotazio­ne fra Pd e Pdl.

È vero che la mi­litarizzazione dei tempi può nuocere alla qualità dei pro­grammi e si può pure afferma­re che il palinsesto non può es­se­re diviso con il manuale Cen­celli, ma certe anomalie do­vranno scomparire. La Rai mi­nimizza, prendendo atto «con soddisfazione che l’Agcom ha riconosciuto il rispetto del plu­ralismo del servizio pubbli­co»”

Repubblica dà spazio alla reazione di Lucia Annunziata:

“Lucia Annunziata è «super amareggiata» per la bacchettata ricevuta dall’Agcom. Contrariata al punto da mettere in gioco la sua poltrona: «Se alla Rai non piace quello che faccio, io vado via. Ho una partita Iva da libera professionista, il mio contratto scade fra tre anni, la Rai può fare quello che vuole. Sul banco degli imputati ci sarei andata, ma non mi hanno neppure chiamato. Avrei potuto dire che nel periodo in questione ho invitato ben nove nomi di area Pdl, ricevendo altrettanti no. Il paradosso è che ho invitato pure Brunetta, il giorno della manifestazione a Brescia, ma non voleva stare in collegamento. Altri inviti a vuoto? Alfano, Schifani, Verdini»

«Sorprende questa veemenza dell’Agcom verso Rai3. Su Rai1 e Rai2 Sicuro che non ci siano violazioni? Io obbedirò, ma fatemi dire che i nostri conti sulla presenza dei politici in campagna elettorale sono diversi. Ricordo che nel programma Leader ho avuto ospite Silvio Berlusconi per 2 ore e 6 minuti: forse era il Pd che si sarebbe dovuto lamentare sulla par condicio». Cosa deve fare un giornalista-conduttore per riequilibrare la presenza Pdl in un programma? «Forse non dovremmo più seguire l’attualità. Dovremmo limitarci.

È preoccupato Andrea Vianello, direttore di Ra3, la rete nel mirino del Pdl (nell’esposto si indicava di punire anche Ballarò, ma Floris è stato graziato) e che nella decisione di ieri vede un pericoloso precedente. «Così si rischia di sovrapporre i programmi di informazione, che devono seguire la priorità e la gerarchia delle notizie, oltre alla “propria autonomia editoriale (naturalmente nel rispetto dell’equilibrio del servizio pubblico), con i programmi di comunicazione politica, che sono tutt’altra cosa»”.

Mariolina Iossa, sul Corriere della Sera, prova a sentire anche la campana di Fabio Fazio, ma il conduttore ha risposto che vuole leggere le motivazioni dell’Agcom prima di commentare.