Antonio Mastrapasqua (Inps): “Non c’è nessun buco da 9 miliardi nella previdenza”

di Redazione Blitz
Pubblicato il 16 Dicembre 2013 - 11:25 OLTRE 6 MESI FA
Antonio Mastrapasqua (Inps): "Non c’è nessun buco da 9 miliardi nella previdenza"

Antonio Mastrapasqua (Inps): “Non c’è nessun buco da 9 miliardi nella previdenza”

ROMA – “Non c’è nessun buco da 9 miliardi nella previdenza. E’ solo un’errata rappresentazione contabile che sarebbe meglio modificare proprio per non ingenerare equivoci”. Queste le parole di Antonio Mastrapasqua, dal 2008 presidente dell’Inps, intervistato da Repubblica:

Ci spieghi come nascono questi 9 miliardi di “buco” Inpdap, l’istituto dei dipendenti pubblici confluito nel 2012 nell’Inps.
«Non è un buco. Per lo Stato, pagare stipendi o pensioni è solo una partita di giro. Proprio per questo motivo, in passato lo Statonon aveva fatto accantonamenti previdenziali. A un certo punto, con la nascita dell’Inpdap, ha cominciato a farlo dal 1996 in poi. Ma per molti anni ancora lo Stato deve pagare direttamente le pensioni dei dipendenti pubblici e si è impegnato a pagarle anche tramitel’Inps».
Dove nasce quindi l’equivoco?
«È un fatto puramente contabile. L’Inps deve registrare come “anticipazioni” questi 9 miliardi all’anno. Con l’emendamento del governo la rappresentazione nei bilanci sarà più corretta perché verranno registrati come sono realmente, e cioè quali “trasferimenti” definitivi all’ente previdenziale».
Qualche preoccupazione c’è lo stesso: nel 2012, per la prima volta, c’è un “meno” 1,393 miliardi nella gestione principale dell’Inps, quella dei lavoratori dipendenti.
«Si tratta di un piccolo disavanzo nel bilancio dell’Inps, dovutosolo alla componente assistenziale di protezione del reddito: cassa integrazione, indennità di disoccupazione. Ma il 2012 è stato un annus horribilis per l’economia, il picco principale della crisi dovrebbe essere alle spalle».
Ma si può dire che il sistema previdenziale sia in equilibrio?
«Sì. E non lo dico io, ma le simulazioni di Inps, Ragioneria generale, Ue mostrano che al 2060 il sistema è sostenibile».
Si aspetta una “gobba” nel grafico della spesa pensionistica nei prossimi anni.
«No. Con la legge Fornero è di fatto stata cancellata».
I giovani però dicono che loro non avranno una pensione.
«Non è così. Una simulazione del professor Vincenzo Galasso della Bocconi, presentata nei giorni scorsi, dimostra che i giovani – anche supponendo una vita lavorativa meno lineare che in passato – saranno penalizzati soltanto se andranno in pensioneanticipata a 60 anni. Se continueranno a lavorare fino a 65 o a 67 il “tasso di sostituzione” (la pensione in percentuale dell’ultimo stipendio,ndr)sarà addirittura superiore al passato».
Arrivare a 65 anni in un’impresa privata? Una chimera.
«Allora devono funzionare altri strumenti di sostegno al reddito: non si può pensare che il sistema previdenziale si faccia carico da solo della mancanza di lavoro. Nella triade lavoro-protezionepensione, che va ridisegnata per rafforzare la parte di sostegno al reddito (quando in passato erano tollerati i prepensionamenti), nulla funziona se l’economia non riparte».
La gestione dei precari è in attivo per 8,68 miliardi e sembra sostenere il deficit di altre gestioni come coltivatori e artigiani.
«No. In un sistema previdenziale a ripartizione nessuno è mai solo. Oggi i parasubordinati hanno un surplus perché ci sono ancora pochi pensionati. Per questo aiutano gli altri. Domani saranno altri ad aiutare loro, se servirà».