“Apriamo una palestra”: disabile consegna 40mila euro ma…

di redazione Blitz
Pubblicato il 20 Dicembre 2015 - 10:41 OLTRE 6 MESI FA
"Apriamo una palestra": disabile consegna 40mila euro ma...

“Apriamo una palestra”: disabile consegna 40mila euro ma…

PADOVA – Aveva raccontato a un uomo con problemi mentali che frequentava la sua stessa palestra di essere un carabiniere dell’Antimafia in incognito con un sogno nel cassetto: aprire una palestra. In realtà l’uomo era un collaboratore di giustizia e dal suo amico voleva soldi. Una cifra che ha ottenuto: 40mila euro, consegnati con la promessa di diventare socio della palestra.

Ma il 50enne disabile ha capito di essere stato raggirato e così ha sporto denuncia. Racconta Carlo Bellotto sul Mattino di Padova:

L’indagato è un 43enne di Pescia (Pistoia) ospitato dal Servizio Centrale di Protezione e ancor oggi collaboratore di giustizia. Tra il 2012 e il 2014 ha abitato in città e qui ha frequentato una palestra del centro. Ha avuto modo di conoscere un cinquantenne con problemi mentali e ha stretto amicizia. Ha raccontato di essere un ufficiale dei carabinieri in servizio alla Direzione Investigativa Antomafia e di lavorare in incognito e per questo di non poter svelare a nessuno la sua identità. Ma anche lui aveva un sogno nel cassetto: aprire una palestra tutta sua a Padova. Ne ha parlato più volte con il suo compagno di palestra, riuscendo in qualche modo e dopo parecchie insistenze a convincerlo al progetto. E così in più riprese si è fatto consegnare 40 mila euro affinchè pure lui potesse diventare socio della nuova palestra. Ma quando il finto ufficiale dell’Arma – in realtà collaboratore di giustizia – ha intascato il denaro è sparito dalla circolazione. Sicuramente non ha più grequentato la palestra. Alla fine il suo amico si è reso conto che era stato truffato. Che quel progetto non si sarebbe mai realizzato e anzi, non era mai esistito. La denuncia è finita sul tavolo del sostituto procuratore Roberto Piccione che ha svolto ulteriori indagini oltre alla denuncia sporta dalla vittima.