Barack Obama turista al Colosseo: dal campo di baseball a Russel Crowe

di Redazione Blitz
Pubblicato il 28 Marzo 2014 - 09:07 OLTRE 6 MESI FA
Barbara Nazzaro insieme ad Obama al Colosseo (LaPresse)

Barbara Nazzaro insieme ad Obama al Colosseo (LaPresse)

ROMA – Barack Obama turista al Colosseo: sguardo serio, accompagnato da Barbara Nazzaro, la guida, il cicerone del presidente degli Stati Uniti. “È stupendo, è più grande di uno stadio di football” ha detto Obama, incantato dal Colosseo.

L’articolo del Messaggero:

Ad accompagnarlo, per il nostro Governo, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini. Hanno dato vita, lui e Obama, a un gustoso siparietto. Con il presidente americano che si congratulava: «Un gran lavoro il suo». E Franceschini pronto: «Il più bello dei lavori possibili». Fino a quando il ministro si è spinto più in là: «Le confesso, presidente, che il Gladiatore di Russell Crowe ci ha portato più visitatori di tante campagne pubblicitario». Obama ha sorriso.
Stava per affidarlo, Franceschini, a quella cha sarebbe diventata di lì a poco una specie di piccola star, l’architetto Barbara Nazzaro, direttrice tecnica del Colosseo. Son rimasti da soli, lei e Obama, ripresi da tutte le tv del mondo, per lunghissimi minuti. Nazzaro che spiegava e rispiegava, mostrava grafici e disegni, e Obama che annuiva e domandava, sempre più curioso, sempre sorridente.
Quanto a lei, è riuscita a presentargli il figlioletto Jacopo di 9 anni, che aveva da consegnare a Obama uno speciale caschetto da cantiere con su la scritta «Colosseum». Non poteva mancare qualche mugugno, perché gli archeologi del Colosseo avrebbero voluto che fosse incaricato uno di loro, e non un architetto, di accompagnare passo passo il Presidente degli Stati uniti.
LIBRO E MAGLIETTE
Alla fine, davanti a quella magnificenza, Obama non si è trattenuto e ha fatto un paragone che rende bene l’idea della sua emozione: «È stupendo, è più grande di uno stadio di football». Poi è sceso a vedere gli Ipogei e quindi si è concesso una sosta al Museum shop: ha preso un libro e delle magliette, da vero turista. E ha pagato di tasca sua, come aveva già fatto con i biglietto d’ingresso per sé e tutto il seguito.
Erano le sei e mezza. Il corteo presidenziale, con i falchi della Polizia di stato in avanscoperta, riprendeva la strada di Caracalla per tornare a Villa Taverna.
UN FORNO PERLA PIZZA
Restava da sciogliere l’ultimo mistero: dove sarebbe andato a cena Obama, «a mangiare italiano» come aveva promesso solennemente a Renzi? Nessun ristorante più o meno già prenotato, ma un ricevimento a Villa Taverna, con il presidente della Fiat John Elkann tra gli ospiti. E forse senza neppure tradire la promessa fatta a Renzi perché a Villa Taverna, grazie a un’idea dell’ex ambasciatore Ronald Spogli, sono dotati anche di un forno tradizionale per la pizza.
Un sospiro di sollievo anche per la città. L’enorme apparato di sicurezza -mille uomini e forse più- ha retto egregiamente. Come ha retto il traffico di Roma, con interruzioni molto brevi, tutte mirati a ridurre al minimo i disagi, giusto il tempo di far scorrere il corteo presidenziale.