Beppe Grillo: Statuto del M5s. Nepotismo? La stampa italiana divisa

Pubblicato il 13 Marzo 2013 - 11:59| Aggiornato il 27 Settembre 2022 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – Anche il Movimento 5 Stelle ha il suo statuto. Per alcuni giornali però è un caso di “nepotismo“, visto che il vicepresidente è il nipote di Grillo.

Redatto e regolarmente registrato da un notaio in data 18 dicembre 2012. Nello statuto Beppe Grillo risulta presidente del Movimento. Suo nipote, Enrico, socio fondatore e vice presidente. Enrico Maria Nadasi, il commercialista, è registrato invece come segretario. Statuto firmato e controfirmato dal notaio  Filippo D’Amore a Cogoleto, vicino Genova.

Nel documento descritte anche competenze e valori del Movimento 5 Stelle. A Beppe Grillo, il presidente, spettano “titolarità, gestione e tutela del contrassegno; titolarità e gestione della pagina del blog”. Tutto documentato e pubblicato dal sito Huffington Post.

Come ha reagito la stampa italiana? Nepotismo o semplice Statuto di un neonato Movimento politico necessario per poter rifiutare i rimborsi elettorali e potersi presentare alla elezioni? Ecco tre articoli de Il Giornale, Il Corriere della Sera e Il Fatto Quotidiano.

La democrazia stile Grillo: lui è capo, suo nipote vice è il titolo dell’articolo de Il Giornale a firma Stefano Zurlo. Ecco un breve stralcio dell’articolo:

“(…)Però anche il comico ligure deve arrendersi alle leggi tradi­zionali della nostra scalcagna­ta Repubblica, anzi alla Costi­tuzione: «Gli eletti eserciteran­no l­e loro funzioni senza vinco­lo di mandato ». Grillo, che evi­den­temente crede più alla pre­venzione che alla cura,ha tuo­nato nei giorni scorsi, dopo la sfolgorante vittoria ai seggi, contro trasformisti e voltagab­bana. Forse teme l’ormai fa­mososcouting e il sacco dei suoi parlamentari da parte di Bersani e del Pd, o, più sempli­cemente, sa che il clima roma­no gioca brutti scherzi. Però non può farci nulla. Anche la democrazia, quella antiquata dei vecchi partiti, ha le sue re­gole. Valide pure per l’azien­da Grillo & Grillo di Cogoleto.”

Stessa notizia anche su Il Corriere della Sera con un articolo di Alessandro Trocino: “Lo Statuto del Movimento: il vice è nipote del leader”:

“I neo parlamentari a 5 Stelle difendono la regolarità dell’atto e lo dichiarano una non notizia: «Era un atto necessario per legge e annunciato dallo stesso Grillo nel suo blog». Che però Enrico Grillo avesse un ruolo nel Movimento (cofondatore e addirittura vicepresidente), non era noto finora. Il nipote di Beppe (figlio del fratello Andrea), nato nel 1970, è un avvocato che ha collaborato spesso con lui: ha fornito consulenze su alcuni quesiti referendari e ha rappresentato Beppe come legale in alcune occasioni. In rete, intanto, è già scattata l’accusa che colpì anche Antonio Di Pietro: nepotismo”

Presidenze, fumata grigia: la Camera ai Cinque Stelle? Questo il titolo dell’articolo de Il Fatto Quotidiano. Articolo di Paolo Zanca:

“Il non partito con un non statuto ha un atto costitutivo e un regolamento depositato a Cogoleto (Genova) il 18 dicembre scorso, dieci giorni dopo l’annuncio di dimissioni di Ma-rio Monti. Uno scandalo, grida l’Italia intera dei partiti che finalmente può dire di avere la sua rivincita. Mentre dai ranghi del Movimento 5 Stelle lo stupore è molto più limitato: “Era logico, era l’unica condizione per potersi candidare”.  Dello statuto non si sapeva, ma si immaginava che per motivi pratici ci fosse stato bisogno di un atto costitutivo. Nel groviglio di norme del Viminale infatti, ai tempi dell’entrata ufficiale in campagna elettorale, non era chiaro se lo statuto fosse necessario oppure no per correre alle elezioni politiche e nell’eventualità di veder andare in fumo un progetto intero a causa di un cavillo burocratico, Beppe Grillo aveva deciso di correre ai ripari. Inoltre, come sottolineato dagli attivisti, proprio lo Statuto sarebbe stata la condizione necessaria per permettere al Movimento di ricevere i rimborsi elettorali e poi poterli rifiutare ufficialmente (…)  Carte necessarie, per poter entrare nella stanza dei bottoni e cambiare le cose dall’interno, ma che rivelano un altro dei segreti che custodiscono Grillo e i suoi”.